Ticino

Lia, un rapporto e due ipotesi: iniziativa o decreto legge

Imprese artigianali, i partiti: mantenere gli obiettivi della vigente legge evitando di cozzare contro il diritto federale

17 ottobre 2018
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Da giugno, quando il messaggio governativo che chiede l’abrogazione della Lia è all’esame della commissione parlamentare della Legislazione (per la precisione di una sua sottocommissione), la domanda è la stessa: quale destino vuole riservare il Gran Consiglio alla controversa normativa sulle imprese artigianali? Ieri il tema è stato al centro di una riunione della Legislazione. Le possibili soluzioni sono almeno un paio. Con un punto in comune: salvaguardare gli obiettivi della Lia – in primis la lotta alla concorrenza sleale – evitando stavolta di cozzare contro il diritto federale.

C’è la soluzione indicata dal progetto di rapporto – l’unico per ora – redatto dalla leghista Amanda Rückert (correlatrice Lara Filippini, Udc): si propone la cancellazione della legge, ma «contestualmente si chiede al governo un progetto di riorganizzazione interna per migliorare le sinergie fra i dipartimenti e accrescere così l’efficienza dei controlli sulle imprese artigianali», spiega Rückert alla ‘Regione’. Concretamente, si tratta «di migliorare i controlli di polizia e dell’Ispettorato del lavoro, la gestione delle commesse pubbliche e di apportare migliorie nelle procedure edilizie». Una serie di istanze indirizzate al Consiglio di Stato condivise, oltre che dalla Lega, dagli altri partiti. Ma non è tutto. Rückert intende presentare, subito dopo l’eventuale approvazione del rapporto da parte del Gran Consiglio, anche un’iniziativa parlamentare per dar vita a una legge «che mantenga lo spirito della Lia ma che non entri in contrasto con il diritto superiore». Aspetto quest’ultimo evidenziato dal Tribunale cantonale amministrativo accogliendo i ricorsi contro la vigente normativa. «Nell’ambito degli approfondimenti commissionali dell’iniziativa – riprende Rückert – si ascolterebbero le associazioni degli artigiani e la Comco per giungere a un testo condiviso». A firmare il suo rapporto sarà anche il Plr: per Giorgio Galusero «è il massimo che possiamo ottenere». Secondo il Ppd però – ed ecco la seconda soluzione – la via più rapida per approdare a una nuova base legale non sarebbe l’iniziativa, bensì «un decreto legge elaborato dalla Legislazione», sottolinea il capogruppo Maurizio Agustoni. «Eviteremmo fra l’altro di lasciare il dossier in eredità al prossimo parlamento». Un decreto legge «con cui in pratica emendare il testo della Lia dalle disposizioni che contrastano con il diritto federale – afferma Agustoni –. Verrebbe quindi mantenuto un albo, ma gratuito: chi vuole svolgere un’attività artigianale dovrà iscriversi a questo albo ma senza più versare tasse né dover fare i conti con la burocrazia che la Lia ha generato. Le autorità sapranno così quanti artigiani operano in Ticino e in quali settori». Ipotesi, questa, vagliata anche in casa Ps, conferma Carlo Lepori: «Stiamo ancora valutando se la soluzione migliore sia l’iniziativa o il decreto legge, per le tempistiche. Tolto questo siamo in linea con il rapporto Rückert».

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