Ticino

Le casse non devono pagare, fattura di 3 milioni al Cantone

Dopo la sentenza del Taf, da gennaio l'ente pubblico copre i costi per il materiale di cura delle case anziani. Si discute su indipendenti e Spitex

Un cerotto bello caro (Foto Ti-Press)
16 ottobre 2018
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Tre milioni all’anno è un cerotto bello caro. Una pezza che il Canton Ticino, da gennaio 2019, dovrà pagare giocoforza per finanziare i materiali di cura delle case anziani. Perché? Perché dall’autunno dello scorso anno gli assicuratori malattia possono decidere di non più rimborsarli, motivo per cui già da inizio di questo anno il Cantone ha dovuto mettere mano al portafogli. E nel conteggio manca ancora il materiale per infermieri indipendenti e Spitex.

Un ‘nuovo corso’ che strappa con la prassi precedente: gli assicuratori – forti di due sentenze del Tribunale federale amministrativo che davano loro ragione – hanno rispedito le fatture delle case di riposo al mittente con l’effetto che tutto il costo ora grava sull’ente pubblico. E tra qualche mese l’effetto sarà completo, con un costo, come detto, che ammonterà a 3 milioni all’anno, ovvero un decimo di quanto il Cantone già oggi spende nel settore. Pari come cifra, ad esempio, a quei 3 milioni di contributi federali per i sussidi di casse malati che hanno aiutato il governo ticinese a proporre una mini-manovra di risparmio da 15 milioni integrata, con modifiche, nel preventivo 2018.

Cerotto costoso, si diceva, che non copre comunque ancora i materiali impiegati da Spitex e infermieri indipendenti. Materiali che il Cantone potrebbe trovarsi a pagare in futuro secondo lo stesso principio per cui oggi deve finanziare quelli delle case anziani. Un grattacapo mica da ridere, visto che su quest’ultimo punto non vi è chiarezza né sulle cifre da pagare, né sulle modalità di pagamento. Per mettere ordine e trovare una linea comune, i Cantoni si sono riuniti già due volte a partire da metà agosto. «È un tema che stiamo trattando con la massima serietà, ma per ora non vi è urgenza, visto che di fatto le casse malati non hanno ancora rispedito al mittente le fatture del materiale degli indipendenti», rileva Francesco Branca, capo dell’Ufficio degli anziani e delle cure a domicilio.

L’approccio da parte delle casse potrebbe tuttavia cambiare... «Siamo coscienti già ora che spetterà a noi coprire quei costi, ma dobbiamo capire come». Già da mesi le associazioni di cure a domicilio (vedi ‘laRegione’ del 7 agosto) avevano sollevato il problema, proponendo come soluzione transitoria un ritorno alla prassi passata (rimborso da parte delle casse) attraverso un cambiamento nell’Ordinanza federale sulle prestazioni dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie. Strategia che i Cantoni stanno discutendo se sostenere o bocciare. «L’altra opzione potrebbe essere quella di aumentare le tariffe delle prestazioni coperte dalle casse malati e di farlo di un importo tale che permetta di inglobare anche i costi del materiale», precisa Branca. Un adeguamento che dovrà passare in primis dal Consiglio federale, il quale non sembra intenzionato a dar seguito a questa richiesta e ha addirittura proposto una diminuzione degli importi. Una prossima riunione dei Cantoni è prevista a fine mese a Losanna.

Mentre i cantoni discutono e la politica federale sembra andare nella direzione opposta a quella auspicata, infermieri indipendenti e Spitex si preoccupano, anche perché le assicurazioni potrebbero chiedere il rimborso dei materiali pagati in passato. Il totale ammonterebbe, per tutta la Svizzera, a mezzo milione.

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