Ticino

In Svizzera (per ora) 'sì' alla bici e 'no' ai temi agricoli

L'Ufficio prevenzione infortuni è soddisfatto per il responso dei cittadini sulle vie ciclabili. Verdi delusi per il veto sull'iniziativa per alimenti equi

(foto Ti-Press)
23 settembre 2018
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Chiuse le urne alle 12 in punto, a poco a poco si fanno i conti con i risultati delle votazioni, federali e cantonali. In cima alla lista, in Ticino, c'è la votazione sul decreto relativo al progetto 'La scuola che verrà'. A scrutinio quasi completato si prefigurava una bocciatura chiara con quasi il 57 per cento di 'no'.

Tre invece i temi in consultazione a livello federale: uno solo ha fatto breccia. Al momento si prospettano infatti un 'sì' al decreto federale concernente le vie ciclabili, e  un 'no' alle due iniziative agricole, questo almeno secondo una tendenza elaborata dall'istituto Gfs.bern commissionato dalla SSR SRG.

L'ampio successo ottenuto dal popolo delle due ruote è già stato sottolineato dall'Upi, l'Ufficio prevenzione infortuni. La scelta dei cittadini svizzeri, si commenta, in una nota, è “un passo importante verso una pianificazione coerente della rete ciclabile che potrebbe ridurre un po' ovunque il numero di incidenti. Una riduzione urgente, visto che in Svizzera il numero degli infortuni tra i ciclisti non accenna a diminuire da anni, a fronte di un calo costante e molto positivo del numero di morti e feriti gravi tra gli occupanti di automobili”. Ora l'Upi si appella a tutte le parti coinvolte: “in fase di attuazione si dovrà tenere conto della sicurezza del traffico”.

Delusi invece i Verdi svizzeri per il veto sulle iniziative alimentari. La presidente Regula Rytz commenta: "Si tratta di una di quelle iniziative che già prima della votazione hanno ottenuto tanto". È stato infatti possibile bloccare la "politica molto aggressiva" del consigliere federale Johann Schneider-Ammann in materia di accordi di libero scambio, ha affermato Rytz ai microfoni di SRF. Un obiettivo importante è quindi stato raggiunto.

Nei Grigioni i cittadini per oltre il 65 per cento hanno respinto l'iniziativa 'Solo una lingua straniera nelle scuole elementari'. St. Moritz invece dovrà aspettare il ballottaggio per sapere chi sarà il sindaco per i prossimi quattro anni. Dopo un vero e proprio testa a testa, né lo sfidante Christian Jenny (824 voti), né il sindaco in carica Sigi Asprion (809) hanno ottenuto infatti la maggioranza assoluta necessaria per l'elezione (829 voti). La partecipazione alle urne è stata del 69%.

Da segnalare altresì le votazioni in altre otto cantoni nella Svizzera tedesca. In particolare a San Gallo ha seguito il Ticino vietando la dissimulazione del voto nei luoghi pubblici. 

Nel canton Argovia è stata bocciata con il 74,6 per cento di voti contrari un'iniziativa della Gioventù socialista che voleva in pratica raddoppiare l'imposizione sui patrimoni a partire dal mezzo milione di franchi. La partecipazione al voto ha raggiunto il 35,3 per cento. Il testo avrebbe introdotto aliquote progressive dall'1 per mille per le sostanze di 200'000 franchi, fino al 4,5 per mille - al posto dell'attuale aliquota massima del 2,1 per mille - per chi possiede più di 1,9 milioni. Governo e parlamento erano contrari all'iniziativa, perché temevano un esodo dei contribuenti più abbienti.

Il Cantone di Lucerna continuerà, da canto suo, a prelevare la tassa scolastica applicata agli allievi della scuola secondaria superiore. L'iniziativa dell'organizzazione di sinistra Alleanza per la qualità della vita che ne chiedeva l'abolizione è stata bocciata dal 69,41% dei votanti. La partecipazione è stata del 37,81%. Respinta anche l'iniziativa sul fondo per i mezzi pubblici. L'iniziativa era una risposta alla politica di austerità del Cantone. I suoi promotori ritengono che una simile tassa, in vigore in pochi cantoni, penalizzi in particolare le famiglie con un reddito modesto. Governo e parlamento avevano respinto la proposta per motivi finanziari. La tassa garantisce al Cantone 1,9 milioni di franchi di entrate all'anno. I lucernesi hanno bocciato (72% di no) anche l'iniziativa - sempre dell'Alleanza per la qualità della vita - che chiedeva istituire un fondo cantonale per il finanziamento dei trasporti pubblici alimentato con 60 milioni di franchi all'anno. Governo a parlamento avevano respinto la proposta.

 

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