Ticino

'Trattamento disumano', Pronzini interroga il governo

Il granconsigliere rivolge cinque domande al CdS riguardo il caso della donna e dei suoi due bimbi prelevati con la forza a Lugano: “Dove si vuole arrivare?”

18 settembre 2018
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La notizia dell'irruzione della polizia cantonale, a Viganello, nella stanza d'albergo occupata da una madre richiedente l'asilo e dai suoi due bambini di 4 e 8 anni, ha sconcertato molti ticinesi. Lo confermano la lettera di alcuni cittadini che ha rivelato quanto accaduto nella notte fra l'11 e il 12 settembre, così come i commenti di molti nostri lettori. Lo ricordiamo, la donna e i bambini (che il giorno dopo erano attesi a scuola) sono stati trasferiti a Zurigo, dove sono stati fatti salire su un aereo che avrebbe dovuto rimpatriarli. Viste le loro condizioni, l'equipaggio li ha poi fatti scendere e a questo punto degli agenti di polizia avrebbero invitato la donna ad arrangiarsi per rientrare in Ticino, mostrandole pure delle foto di richiedenti legati e bendati per dei rimpatri forzati, minacciandola che la prossima volta avrebbe ricevuto lo stesso trattamento.  

Ora Matteo Pronzini invia un'interrogazione al Consiglio di Stato: “Trattamento disumano verso una madre ed i suoi due figli, richiedenti l'asilo: ma dove si vuole arrivare?”.

Queste le cinque domande che il granconsigliere MpS rivolge al governo:

“1. Sulla base di quale disposizione legale la polizia ha deciso di far irruzione in piena notte nei locali ospitanti  la madre ed i suoi due figli?

2. Chi ha autorizzato questa vergognosa azione? Il direttore del DI Normann Gobbi e/o il comandate della polizia cantonale Matteo Cocchi erano al corrente? Se sì, hanno dato il loro assenso?

3. Lasciar la famiglia a Zurigo, mostrare foto di persone con mani e gambe legate ed occhi bendati per intimorire la madre ed i bambini fa parte dei normali protocolli? Se sì, chi ha autorizzato questo protocollo?

4. Non ritiene che in questo caso non vi sia stata nessuna proporzionalità nell’agire delle forze di polizia?

5. Non ritiene necessario, anche in nome dei più elementari diritti civili e umani che – come governo – dovrebbe promuovere, prendere le distanze da simili procedure?”

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