Ticino

Poltrone a tempo? Comuni contrari

Cariche, l’Act chiede al Gran Consiglio di respingere il limite delle quattro legislature

15 settembre 2018
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È uno dei temi in discussione nella seduta di Gran Consiglio che si aprirà dopodomani, ma l’Act, l’Associazione dei comuni ticinesi, gioca d’anticipo. E nero su bianco invita il parlamento a respingere l’iniziativa, inoltrata cinque anni fa dal compianto deputato leghista Angelo Paparelli, che propone di stabilire un tetto alla durata delle cariche politiche cantonali e comunali: quattro legislature. In altre parole, sedici anni al massimo. Per la precisione, l’invito è a bocciare la norma costituzionale elaborata dal governo che attua l’iniziativa accolta dal Gran Consiglio, sebbene di misura, nell’ottobre del 2013.

La richiesta di sostenere quindi il rapporto di maggioranza di Tamara Merlo (Verdi) è contenuta in una lettera che l’Act ha spedito di recente al parlamento. “Le realtà comunali del nostro cantone – scrive l’associazione – sono talmente differenti fra loro e sotto molteplici punti di vista – dimensione del Comune, indice di forza finanziaria, gettito fiscale, numero di abitanti, numero di municipali – che disciplinare a livello cantonale un tema che riguarda” anche “gli organi politici comunali, oltre che impensabile è poco rispettoso del ruolo del Comune nel contesto federalistico”. Senza dimenticare le crescenti “difficoltà” nel completare le liste per municipi e consigli comunali, essendo “sempre più difficile trovare cittadini che si mettano a disposizione”. Ricordando poi che “il sistema politico svizzero” si basa “sul principio della milizia, valore storico e imprescindibile del nostro sistema Paese”, l’Act afferma che “gli ideali” di quelle persone che si mettono a disposizione della cosa pubblica “non devono venire imbrigliati da normative che poco hanno a che fare con le tradizioni del nostro Paese. È pur sempre il Popolo sovrano che decide”.

Sull’argomento si pronuncerà presto il Gran Consiglio, alla luce del rapporto di Merlo – in linea con il Consiglio di Stato che, pur avendo dovuto dar seguito alla decisione parlamentare del 2013, invita il plenum “a rinunciare” alla modifica della Costituzione cantonale – e quello di minoranza (relatori Carlo Lepori, Ps, e Boris Bignasca, Lega), favorevole al limite delle quattro legislature. Dibattito libero in aula. E quando si parla di poltrone, gli animi sovente si scaldano.

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