Ticino

Dopo Genova, la situazione in Ticino: ‘Il rischio zero non esiste’

Andrea Censi, coordinatore del Fronte automobilisti Ticino: ‘Ricordiamo il crollo nella galleria del San Salvatore’.

Keystone
17 agosto 2018
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«Secondo l’Ustra un cedimento strutturale come quello subìto dal ponte di Genova sarebbe, a meno di catastrofici eventi naturali come un terremoto, impossibile in Svizzera. Beh, lo speriamo tutti vivamente – commenta Andrea Censi, coordinatore del Fronte automobilisti Ticino (Fat), dopo le dichiarazioni del portavoce dell’Ufficio federale delle strade Thomas Rohrbach a ‘Blick’ e ‘20 Minuten’ riprese ieri dall’Ats –. A proposito delle nostre infrastrutture legate alla viabilità, ricordo però – prosegue Censi – che non molto tempo fa, era il giugno 2017, è crollata una parte della parete della galleria del San Salvatore. E solo per miracolo non ci sono stati dei morti». Per il responsabile del Fat la manutenzione «è fondamentale, ci mancherebbe altro, ma dipende da come la si fa e lo sostengo al di là di quanto accaduto nel tunnel dell’A2, un caso su cui peraltro è in corso un procedimento penale. Ciò che voglio dire è che è altrettanto fondamentale che l’Ustra si affidi a imprese serie, perché di mezzo c’è la sicurezza dei cittadini».

Il rischio zero, rileva Renato Gazzola, portavoce del Touring club svizzero, «evidentemente non esiste, tuttavia non credo che l’Ufficio federale delle strade esageri quando considera impossibile oggi in Svizzera il crollo di un ponte in condizioni normali, dunque non eccezionali o imprevedibili come quelle rappresentate ad esempio da un sisma». Per l’Ustra, prosegue Gazzola, «investire nella sicurezza è una priorità. E il suo operato è praticamente sottoposto a un doppio controllo. A quello della Confederazione, chiaramente, ma pure al controllo dei Cantoni interessati dai lavori, dato che questi ultimi vengono di regola appaltati dall’Ufficio strade alle ditte attive appunto in quei cantoni». C’è poi un aspetto da non dimenticare, sottolinea il portavoce del Tcs: «L’Ustra non deve fare utili. È invece tenuta a impiegare i fondi messi a disposizione dalla Confederazione, provenienti da tasse e dazi prelevati agli automobilisti, per la manutenzione e la costruzione delle autostrade». Manutenzione significa anche cantieri (frequenti) e conseguenti disagi alla circolazione. «Vero, ma determinati interventi vanno eseguiti periodicamente per evitare l’eccessivo deterioramento delle opere, che può rivelarsi pericoloso – osserva ancora Gazzola –. E la sicurezza, che passa pure dal monitoraggio costante delle infrastrutture da parte dell’Ustra e di istituti specializzati, ha anche un costo».

Nota a sua volta Gianmarco Balemi, direttore della sezione ticinese dell’Automobile club svizzero: «L’Ustra non esagera, controlli e manutenzione nel nostro Paese vengono effettuati in maniera scrupolosa. E prima che l’infrastruttura costituisca un rischio».

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