Ticino

Meno vantaggi per le auto elettriche

Colonnine pubbliche più performanti e rete in via di potenziamento, ma la ricarica costa di più e i benefit si sono ridotti. Zali (Dt): 'Non dev'essere più un articolo di nicchia'

Ti-Press
17 agosto 2018
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Tariffe di ricarica più care per chi utilizza maggiormente la macchina, imposta di circolazione leggermente meno conveniente, fine delle agevolazioni di parcheggio nelle città e in alcuni comuni ticinesi. Il quadro per chi possiede un’auto a zero emissioni non è più così... elettrizzante. Eppure gli indirizzi di politica federale e cantonale, compreso il Piano energetico (Pec), sono molto chiari: spingere affinché il mercato delle quattro ruote possa via via farsi più ‘green’. Tant’è che il Consiglio di Stato ha deciso recentemente di stanziare tre milioni di incentivi a favore di chi decide di acquistare un veicolo elettrico e dotarsi di colonnina di ricarica in garage (messaggio ora all’esame del parlamento). Ma allora – ci chiediamo – da che parte si sta andando? Perché promuovere l’acquisto di un’auto elettrica e poi cancellare le agevolazioni previste in seguito, quando cioè l’acquirente conta di “recuperare” parte dell’investimento, la cui tecnologia è ancora decisamente più cara rispetto al classico veicolo a benzina? L’atteggiamento appare piuttosto schizzofrenico... «Vero. Anche se non bisogna dimenticare la storia – puntualizza subito Claudio Zali, direttore del Dipartimento del territorio –. Fallito il progetto Vel, è subentrato un ente che non è filantropico, ma deve far quadrare i conti». Trattasi di Emotì, società anonima e marchio costituito dalle principali aziende elettriche ticinesi, che ha rilevato la rete ‘RiparTi’ e che si propone di fornire dalle nuove spine energia prodotta dalle centrali idroelettriche ticinesi. Così da ottenere una filiera “pulita” dall’inizio alla fine. «Positivo – riprende Zali – l’ammodernamento in corso delle colonnine di ricarica». «L’infrastruttura aveva ormai superato i venti anni e occorreva sostituirla. Si è dunque colto l’occasione per aggiornare il sistema». Tariffario compreso, spiega alla ‘Regione’ Saverio Bechtiger di Enertì. «A oggi abbiamo sostituito 75 colonnine sulle 107 esistenti, distribuite in modo abbastanza capillare». E la rete è in via di sviluppo, vedi la decisione di ampliamento a Lugano (pagina 11).

Stop all’ora gratuita di posteggio

Dicevamo delle tariffe: si è passati da un sistema forfettario che costava cento franchi l’anno a uno basato sulle prestazioni. La conseguenza è che per chi macina molti chilometri ricaricare l’automobile elettrica costa di più. Per avere un’idea, presso le colonnine Emotì una ricarica di 15 chilowattora (sufficiente per percorrere circa 100 km in condizioni reali) ha un costo per gli utenti membri che varia da 3,30 a 4,50 franchi in funzione della velocità di ricarica dell’auto. Costi comunque lontani anni luce da quelli della benzina, oggi attorno all’1,60 franchi al litro. È chiaro però che per chi, fino all’altro giorno, pagava cento franchi all’anno la musica è cambiata. «Lo si può vedere come un passo indietro, ma un altro modo di vedere le cose è che l’auto elettrica deve uscire dall’essere vista come un articolo di nicchia – valuta Zali –. Il discorso deve insomma capovolgersi: l’auto elettrica va gestita a domicilio, caricata per un costo di 2/3 franchi ogni cento chilometri. Le colonnine su suolo pubblico, invece, devono diventare un supporto istantaneo a chi ne necessita perché è a secco, e non uno stazionamento standard con posteggio garantito a pochi. Del resto, se aumenta il numero di veicoli a zero emissioni, così come auspicato da più parti, non si possono avere colonnine a sufficienza per tutti. È giusto dunque spingere in direzione di una maggiore rotazione, giustificata anche dal fatto che le nuove colonnine sono più performanti». Quanto alle agevolazioni di posteggio, che si traducevano sostanzialmente nella prima ora gratuita negli stalli blu? Il progetto è stato chiuso a fine 2017 e le vignette Friendly VEL 2017 o RiParTi plug-in 2017 non sono più state riproposte. I Comuni hanno via via abrogato le ordinanze in tal senso. «Sono quei piccoli ‘benefit’ che in un’ottica più a lungo termine, in cui l’elettrico sostituisce spero una parte considerevole del parco veicoli circolante, è impensabile poter fornire a tutti», conclude Zali. 

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