Ticino

Il Cantone pretende fiumi più pieni: via al risanamento

Il governo ingrana la quinta. Licenziato il messaggio: cinque milioni di indennizzo l'anno alle aziende idroelettriche per deflussi minimi più alti

Ti-Press
9 agosto 2018
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Ai fiumi Ticino, Brenno e Maggia occorre garantire più acqua. Rinunciando a circa il 4% della produzione di energia idroelettrica, ma riconsegnando alla natura quanto negli ultimi decenni le è stato tolto. “Un atto di riconciliazione con il nostro ecosistema” che al governo appare dovuto, come spiega Claudio Zali, direttore del Dipartimento del territorio, illustrando stamane in conferenza stampa i contenuti del messaggio sul risanamento dei corsi d'acqua influenzati dai prelievi.

Dopo trent'anni di analisi, discussioni e procedure tecniche, il Consiglio di Stato è pronto a imporre alle aziende idroelettriche (Ofima, Ofible e Aet) di alzare il limite minimo del deflusso e, grazie anche all'avallo della Confederazione, di indennizzare loro il mancato guadagno, stimato in circa 5 milioni l'anno e per il 65% sussidiato per l'appunto da Berna. Una prima a livello nazionale.

Tramite i loro avvocati Ofima e Ofible hanno nel frattempo già fatto sapere di “stigmatizzare con forza” la decisione governativa, ritenendola una “prevaricazione” poiché prevede di ritoccare le concessioni “senza averne la competenza”. Competenza che la legge attribuisce al parlamento.

Il messaggio licenziato dall'Esecutivo, infatti, viene ora trasmesso al Gran Consiglio per l'approvazione.

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