Ticino

In sottocommissione tutti d'accordo: 'Lia da abrogare. Poi...'

Legge sulle imprese artigianali, il consenso è trasversale nel sottogruppo della Legislazione del Gran Consiglio: salta l'ipotesi congelamento

Amanda Rückert e Claudio Zali (Consigliere di Stato) - TiPress
21 luglio 2018
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La legge in vigore, d’accordo col governo, va abolita. Per mettere fine alla confusione oggi imperante nel settore, quello degli artigiani confrontati con l’albo Lia. Le esigenze dell’economia regionale coinvolta, in ogni caso, restano tutte e si tratterà dunque di riflettere su come poter rispondere; con quali strumenti e modalità. Magari già entro il 31 dicembre dell’anno in corso. È questo il parere dell’intera sottocommissione della Legislazione del Gran Consiglio che ancora ieri – in piena estate, occasione più unica che rara – si è riunita per non perdere tempo ed affrontare subito il toro per le corna. L’idea è quella di ritrovarsi a fine agosto per firmare così quello che si profila come l’unico rapporto commissionale. Sempre che tutti i gruppi parlamentari, nel frattempo, diano il loro consenso, cosa non scontata data la trasversalità delle opinioni a prescindere dai classici schieramenti ideologici. «Eravamo confrontati con due posizioni precise: l’abrogazione della legge, così come chiede il Consiglio di Stato, o il congelamento della stessa. Abbiamo preferito la prima perché fa chiarezza; non decidere vorrebbe dire prolungare uno stato d’incertezza che non aiuta nessuno» ci dice Amanda Rückert, coordinatrice (insieme a Natalia Ferrara, liberale radicale), deputata della Lega. «Sul tema c’è una certa trasversalità, vale a dire posizioni diverse già all’interno dei singoli gruppi parlamentari. Nella sottocommissione della Legislazione, in ogni caso, oggi [ieri, ndr] è uscita una posizione unanime sulla necessità di abrogare la Lia. Subito, senza perdere tempo». Dunque già nella prima seduta di settembre, con la ripresa dei lavori parlamentari. La legge attuale non funziona e va messo un punto fermo, aggiunge Rückert, poi però «c’è la volontà condivisa di continuare noi, sottocommissione, magari tramite un mandato, per approfondire un’altra variante. Nella forma che si riterrà opportuna, come ad esempio tramite un’iniziativa parlamentare elaborata». Il governo però esclude una via d’uscita praticabile... «È vero, e proprio per questo sarà interessante conoscere le riflessioni dell’esecutivo. In ogni caso si vorrebbe presentare una nuova proposta entro il 31 dicembre 2018».

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