Ticino

Previsioni meteo meno care

In fase di revisione l’ordinanza federale che sancirà maggiore accesso alle informazioni. ‘Ma il parlamento non vuole una liberalizzazione totale’

Ti-Press
23 giugno 2018
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Più di otto milioni di ‘download’, oltre 500mila visite al giorno. Sono i (notevoli) numeri dell’app di MeteoSvizzera. Non c’è che dire: la meteo tira e oggi, complice la tecnologia che pressoché tutti hanno in tasca, basta un clic per sapere se portare l’ombrello all’open air. Sembrano passati secoli da quando si componeva il 162 e a suon di ‘franchetti’ si ascoltavano le previsioni per sapere se posticipare l’accademia della società di ginnastica... Oggi l’informazione (e i media lo sanno bene) corre su altre piattaforme, ad altre velocità, con altri prezzi. Tendenzialmente gratuita. Così, mentre la tecnologia accelera, i servizi si adeguano anche prima del quadro legale. Sul piano federale è in consultazione la ‘revisione totale dell’ordinanza sulla meteorologia e la climatologia’, volta a snellire le procedure ma soprattutto a favorire un maggior uso dei dati. «Con la messa in funzione del nostro sito web e soprattutto dell’apprezzata ‘app’ di MeteoSvizzera abbiamo anticipato il tenore della nuova ordinanza – spiega Marco Gaia, responsabile del Centro regionale sud di Locarno-Monti –. Come a volte accade, il progresso tecnico precede l’aggiornamento legislativo». Il maggior uso dei dati meteorologici e climatologici sarà perseguito senza una liberalizzazione totale di questi dati. «Anche se sempre di più si parla di ‘open government data’, al momento il parlamento non ha ancora permesso a MeteoSvizzera di andare completamente in questa direzione – aggiunge Gaia –. Le novità introdotte con la nuova ordinanza mirano comunque a sostenere la società ad utilizzare ancora di più i nostri dati».

‘Divulgazione scientifica dovuta’

Filosofia condivisa anche dal Consiglio di Stato, che nel prendere parte alla procedura di consultazione sulla revisione dell’ordinanza plaude alla volontà di rendere più accessibili i “dati meteorologici provenienti dalle stazioni di misura e dai modelli previsionali, sempre più importanti per la nostra società”. Pertanto il governo “saluta favorevolmente” l’aggiornamento dell’ordinanza, constatando che in futuro almeno una parte delle informazioni “sarà liberamente scaricabile e utilizzabile nel segno dei dati aperti dell’Amministrazione pubblica a favore della popolazione e dell’economia”. Non da ultimo, la revisione riduce pure i costi sia per il Cantone (l’acquisizione dei dati sarà gratuita) sia per chi fa un uso commerciale dei dati di MeteoSvizzera, per i quali si introduce una semplificazione procedurale e tariffe più basse.

Va detto che MeteoSvizzera non si limita a fornire servizi di base come le allerte meteo e le previsioni, ma tramite app, sito internet e pagina Facebook fa opera di divulgazione scientifica. «È doveroso per un Ufficio federale entrare in contatto con i cittadini che, pagando le tasse, gli permettono di lavorare – commenta ancora Gaia –. Quindi mostrare come spendiamo i soldi dei contribuenti è già di per sé una motivazione sufficiente per svolgere quest’opera di divulgazione. Secondariamente, a differenza di altri uffici noi forniamo prestazioni che sappiamo interessare la gente, come testimoniano i numeri di accesso ai nostri portali digitali. Da ultimo va sottolineato che il centro di Locarno-Monti è l’unico ente in lingua italiana chiamato per mansione ufficiale ad occuparsi di temi legati alla meteorologia e alla climatologia. A Nord delle Alpi ci sono anche le università che ad esempio intervengono nel dibattito sul cambiamento climatico. Noi siamo i soli ed è quindi nostro dovere aiutare la popolazione a farsi un’opinione scientificamente corretta». Sforzo che probabilmente serve anche a scalfire qualche stereotipo sulle previsioni ‘toppate’ degli amici di Locarno Monti... «Commenti che ho più l’impressione servano quale riempitivo nelle conversazioni da bar. Da quando sono responsabile del centro posso contare sulle dita di una mano le lettere di reclamo – conclude Gaia –. Credo che la popolazione sia in fin dei conti ben consapevole delle difficoltà insite nel fare delle previsioni».

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