Ticino

‘Con Perugini nessuno strappo, anzi’

La nuova organizzazione del Ministero pubblico: parla il nuovo procuratore generale Andrea Pagani

19 giugno 2018
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Procuratore generale Pagani, nella precedente organizzazione lei e Antonio Perugini eravate sostituti pg. Ed entrambi avevate partecipato al concorso per la successione di John Noseda. Il Gran Consiglio ha poi scelto lei, eleggendola procuratore generale. Nella nuova organizzazione i sostituti pg sono ancora due, ma Perugini non ricopre più questo ruolo. Come mai?

Una premessa: non c’è stato alcuno strappo con il collega Perugini [64 anni fra un mese, ndr], anzi. Dopo la mia nomina a pg, abbiamo parlato a lungo e serenamente della futura organizzazione del Ministero pubblico. Ha rinunciato alla funzione di sostituto procuratore generale perché io potessi beneficiare di una squadra sul medio termine, nomine parlamentari permettendo [nel 2020 il Gran Consiglio dovrà procedere al rinnovo delle cariche in seno alla Procura, ndr], e così mi ha lasciato carta bianca. Anche in questa circostanza Perugini si è dimostrato un gran signore.

I procuratori pubblici dediti alle inchieste sui reati economico-finanziari passeranno da otto a nove. In questi ultimi anni Noseda ha insistito sulla necessità di intensificare la lotta agli illeciti finanziari, concetto che lei ha ribadito anche dopo la sua elezione a pg. Non si poteva allora osare di più con quel potenziamento interno?

I procuratori che si occupano delle indagini riguardanti i reati cosiddetti di polizia [tutti i reati che non sono di natura finanziaria, ndr] scendono da dodici a undici. Togliere ulteriori forze a questa sezione sarebbe deleterio. Non dimentichiamoci infatti che i procedimenti penali di cui sono titolari i pp attivi nel perseguimento dei reati di polizia sono sempre tanti e vedono un numero di persone in carcerazione preventiva maggiore di quello coinvolto in inchieste su illeciti finanziari. E quando l’imputato è in detenzione preventiva, le indagini a suo carico devono essere condotte in modo celere, hanno la priorità. Così dice il Codice di procedura. Ai pp ‘di polizia’ si chiede peraltro uno sforzo aggiuntivo, uno sforzo non indifferente anche se si riduce la loro sezione di una sola unità. Ovvero una settimana di picchetto in più all’anno. Oggi ne fanno quattro ed essendo in dodici significa un mese a testa. In undici dovranno fare, ciascuno, cinque settimane di picchetto all’anno. Nelle inchieste hanno sì il supporto di diverse sezioni specialistiche della Polizia giudiziaria e, per le vicende bagattella, della Gendarmeria. Ma in una settimana di picchetto le entrate, cioè i casi per i quali si apre un procedimento, sono in media circa 150. Anche i procuratori ‘di polizia’ sono insomma sotto pressione.

Torniamo ai reati finanziari, il Ministero pubblico ha chiesto un pp straordinario a titolo ‘temporaneo’...

Siamo in attesa del preavviso del Consiglio della magistratura, sollecitato di recente dal Consiglio di Stato. Se sarà favorevole, come ci auguriamo, il governo allestirà un messaggio per la nomina del pp straordinario. Se le cose andranno così, confidiamo in una risposta positiva del parlamento entro l’inizio del 2019.

Intende comunque sollecitare anche un aumento dell’organico dei magistrati della Procura, oggi ventuno, pg compreso?

Guardi, la speranza del Ministero pubblico è che la politica risponda presente quando viene interpellata per valutare. Di recente un gruppo di lavoro, del quale ha fatto parte anche Noseda, ha trasmesso al governo un rapporto in cui si chiedono non magistrati, ma tre segretari giudiziari in più per il Ministero pubblico e tre ispettori in più per la Ref, la Sezione della Polizia giudiziaria che coadiuva i pp nelle inchieste sui reati finanziari.

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