Ticino

Il cinghiale non esce dal mirino

In Lombardia gli agricoltori con licenza possono abbattere gli ungulati tutto l'anno. Sem Genini: se dovesse funzionare, si potrebbe da noi studiare una misura analoga

Ti-Press
16 giugno 2018
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I cinghiali che popolano le montagne a ridosso del Ticino non si fermano in frontiera e la decisione presa di recente dalla Giunta regionale lombarda è importante anche per i ticinesi: gli agricoltori italiani provvisti di regolare licenza potranno abbattere cinghiali tutto l’anno. Sino ad ora l’attività di contenimento degli ungulati era riservata alla Polizia provinciale e ai cacciatori autorizzati e solo per alcuni mesi dell’anno.
La decisione è stata presa su proposta dell’assessore regionale all’agricoltura Fabio Rolfi: “È una risposta concreta alla situazione di esasperazione che molti agricoltori sono costretti a vivere”. Molto pesante il conto che la Regione Lombardia ha dovuto pagare: un milione e 700mila euro, in cinque anni (dal 2013 al 2017) per danni all’agricoltura. Ben 2’807 casi denunciati. Nello stesso periodo gli ungulati hanno causato 384 incidenti stradali, risarciti con oltre 600mila euro. “Con questo provvedimento intendiamo contrastare l’incremento incontrollato di una specie che danneggia colture e che rappresenta un pericolo anche per la sicurezza delle persone”, sottolinea l’assessore Rolfi. Che aggiunge: “La Regione ha già chiesto a Ispra anche una maggiore elasticità soprattutto nella possibilità di utilizzo della tecnica della braccata per permettere un’attività di contenimento più incisiva. Inoltre, puntiamo anche a una classificazione del territorio in zone vocate e non vocate (quelle più vicine ai centri abitati, ndr) affinché si possano concentrare gli interventi laddove necessario”.


Coldiretti: il provvedimento venga adottato anche da altre regioni

La decisione della Giunta regionale lombarda ha immediatamente ottenuto l’apprezzamento della Confederazione nazionale coltivatori diretti (Coldiretti): giudizio più che positivo sul via libera all’abbattimento degli esemplari da parte degli agricoltori con regolare licenza: “Teniamo presente che i cinghiali si sono moltiplicati in Italia superando il milione con un rischio per la sicurezza dei cittadini nelle campagne e nelle città e un pericolo distruzione per i raccolti agricoli”.

La Coldiretti auspica inoltre che “il provvedimento venga adottato da altre Regioni” e che “l’esercizio dell’abbattimento deve avvenire in condizione di sicurezza attraverso la comunicazione preventiva agli organi di polizia competenti per il territorio”.
La recente decisione della Regione Lombardia non è passata inosservata neppure al di qua del confine. Il Ticino non è certo risparmiato dai danni provocati dagli ungulati. Danni che il provvedimento lombardo contribuirà a contenere? «Sinceramente lo spero tanto – dice, da noi interpellato, Sem Genini, segretario dell’Unione contadini ticinesi –. Quello dei danni all’agricoltura causati dai cinghiali e da altri animali è un grosso problema anche da noi, nonostante ogni anno gli agricoltori si impegnino ad adottare delle misure di difesa delle colture. L’anno scorso, stando ai dati dell’Ufficio caccia e pesca, i risarcimenti da parte del Cantone sono tornati a crescere. Parliamo di oltre 800mila franchi nel 2017 per danni causati da ungulati e corvidi». Genini si dice comunque fiducioso: «Penso che il provvedimento deciso in Lombardia possa avere degli effetti positivi anche per il nostro territorio e in particolare per le zone a ridosso della frontiera». E se dovesse funzionare «si potrebbe studiare una misura analoga anche in Ticino» riprende il segretario dell’Uct, ricordando «che diversi nostri agricoltori sono anche cacciatori».

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