Ticino

Rey, 'Perché chi sapeva che stavo sbagliando non mi ha fermato?'

Ieri a processo il chirurgo che ha asportato per errore i seni alla paziente sbagliata. I suoi dubbi su quel maledetto 8 luglio del 2014 in sala operatoria

Il dottor Rey con i suoi legali, gli avvocati Tuto Rossi e Renzo Galfetti
13 giugno 2018
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«Questa storia mi ha distrutto. Non sono quel mostro che i media hanno dipinto. Altri medici sbagliano tutti i giorni, perché questo accanimento contro di me?», risponde il dottor Piercarlo Rey alla ‘Regione’ quando gli chiediamo, a fine dibattimento, che cosa ha imparato da questa vicenda. Errori ne avvengono tanti – si stimano 5mila decessi l’anno in Svizzera nei nosocomi, di cui 3mila evitabili – ma a fare la differenza è come vengono gestiti.

I fatti sono chiari. L’8 luglio di 4 anni fa una donna entra in sala operatoria alla clinica Sant’Anna a Sorengo per asportare un piccolo tumore dietro il capezzolo ed esce senza seni. Una donna mutilata per errore, che, non ha avuto diritto alla verità per 4 mesi. Nessuno le ha detto che c’era stato uno scambio di pazienti. Per il procuratore pubblico Paolo Bordoli, il chirurgo doveva verificare chi aveva sotto i ferri e non l’ha fatto. Scrive nel decreto di accusa a carico di Rey: «Ha disatteso specifiche norme di diligenza desunte dalla sua funzione di medico chirurgo, prima di iniziare l’intervento ha omesso di verificare l’identità della paziente, che invece gli era possibile e doveroso fare, procedendo immediatamente per errore ad una mastectomia bilaterale, prevista per un’altra paziente». L’errore c’è stato, ma il dottor Rey si chiede «perché chi sapeva che stavo sbagliando in sala operatoria non mi ha fermato? Dovevano bloccarmi». Dopo l’errore, ci fu la menzogna attestata anche nel rapporto operatorio dove il medico scrive che il tumore appariva più esteso e ha optato per una mastectomia profilattica.

Quando la vittima raccontò alla ‘Regione’ la sua storia, ci confidò pure che a farle più male furono le bugie. Amputata nel corpo e presa per stupida. Ci disse:  «Sbagliare possono sbagliare tutti, anche il mio medico, ma avevo diritto alla verità. Il tentativo di insabbiare tutto mi ha ferita e spinta a reagire anche per vie legali». Lo rammentiamo al dottor Rey. Lui ci spiega che ha mentito a fin di bene aspettando che la donna, allora fragile, fosse pronta per incassare la dura verità.

Per questo il medico avrebbe falsificato il rapporto operatorio, lasciando fatturare alla paziente il costo dell’intervento sbagliato.

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