Ticino

'Mondo cattolico e media: non possiamo restare muti'

Il capogruppo del Ppd, Maurizio Agustoni, ribadisce l'importanza di una voce cattolica nei media svizzero italiani. Già, ma in che forma?

18 maggio 2018
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«Si sapeva dei problemi economici del giornale, ma era difficile immaginare un epilogo così repentino e drastico. È davvero triste, molto triste apprendere della chiusura di una voce che da oltre novant’anni era un punto di riferimento per un’area importante in Ticino, quella cattolica». Maurizio Agustoni, 36 anni, capogruppo in Gran Consiglio del Ppd, non nasconde – «come cattolico» – la propria amarezza.

Una voce spenta per sempre?

Ho letto che la direttrice del ‘Giornale del Popolo’ si è appellata a tutte le persone di buona volontà perché diano un sostegno finanziario per tenere in vita la testata. Al di là di questo tentativo, ritengo che il mondo cattolico ticinese in generale debba in ogni caso riflettere su come rimanere presente nel panorama mediatico e culturale di questo cantone. Se non sarà un quotidiano, potrebbe essere un settimanale o un media diverso. Ma è impensabile, come cattolici, essere muti.

Non dobbiamo essere muti, dice. Eppure il giornale era in crisi...

La crisi del GdP si inserisce nel solco di una tendenza: quella di una società sempre più secolarizzata e sempre meno sensibile alla dimensione religiosa. Le chiese si svuotano e allora non bisogna stupirsi se il giornale della Curia perde, o perdeva, abbonati. Il che ovviamente non vuol dire che i cattolici siano scomparsi.

Lei invita il mondo cattolico ticinese a riflettere su come mantenere la propria presenza nel panorama mediatico cantonale. Proposte da parte sua?

Guardi, la notizia è ‘molto fresca’. Come politico non farò proposte. Da cattolico sosterrò un eventuale progetto, nel limite delle mie possibilità. Fatta questa premessa, è chiaro che il lancio o il rilancio di un organo di informazione cattolica presuppone mezzi finanziari e competenze. Impresa certamente non facile, ma ripeto: il mondo cattolico deve avere una sua voce. Si tratta di tenere vivi uno sguardo e una sensibilità nella lettura dei fatti locali, nazionali e internazionali. Vorrei però aggiungere una cosa.

Prego.

Nell’attesa di conoscere le sorti del ‘Giornale del Popolo’, sarebbe bello se gli altri due quotidiani, senza stravolgere le rispettive linee editoriali, dessero visibilità pure al mondo cattolico e alle sue sensibilità. Anche con un approccio critico, ci mancherebbe.

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