Ticino

Elezioni 2019, Francesco Maggi non sarà della partita

'Pensavo che i Verdi potessero essere più aperti. Invece è stata scelta una via per cui ora non mi sento di impegnarmi'

Ti-Press
21 aprile 2018
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«Ho sempre creduto nell’importanza di essere un partito aperto. Invece oggi si insiste sull’esame di quanto uno è ecologista, ‘verde dentro’. Un approccio non dico sbagliato, semplicemente diverso. Ma in questo momento della mia vita non me la sento di impegnarmi per questo». Perciò ad aprile dell’anno prossimo Francesco Maggi, capogruppo dei Verdi in Gran Consiglio, non sarà più della partita. Dopo quattro legislature, come del resto indica lo statuto del suo partito, lascia la politica attiva, continuando la sua attività quale responsabile della sezione ticinese del Wwf e nel comitato del Parco del Piano di Magadino. E ritrovando così «tempo prezioso» da dedicare ai suoi affetti.

Eletto nel 2003 in parlamento, in coppia con Giorgio Canonica, ha vissuto tutta l’evoluzione del movimento che nel 2011, con Sergio Savoia leader, ha fatto il botto: sette eletti nel Legislativo cantonale, quindi i numeri per fare gruppo. Maggi ne ha preso le redini, con lo slancio e l’entusiasmo del momento. «Dal punto di vista politico è stato un grande cambio di marcia, con un carico di lavoro importante per via delle commissioni – ricorda –. Un impegno affascinante, stimolante, ma enorme... che alla fine ci ha sfiancati. E che ci è costato caro: il partito è rimasto piccolo, mentre i membri in parlamento sono stati molto presi dagli impegni in veste di deputati. Ciò ha contribuito a un certo scollamento tra il gruppo in Gran Consiglio e il resto del movimento – valuta Maggi –. Arriviamo tutti sfiniti alla fine di queste due legislature», con più di una rottura consumata all’interno dei Verdi. Il gruppo (sceso nel 2015 a sei seggi) ha perso per strada l’indipendente Franco Denti mentre il partito ha “scaricato” anche Tamara Merlo e Maristella Patuzzi. «Credevo ci potesse essere maggiore apertura nei Verdi – riprende Maggi –: appena abbiamo tentato di accogliere persone provenienti dalla società civile ma che con le loro competenze avrebbero potuto senz’altro dare un valore aggiunto al nostro lavoro sono sorte delle frizioni che non mi aspettavo».

Impostazioni diverse e visioni
strategiche differenti. Quali quelle
di Maggi?

Per me era molto più importante un progetto di partito di governo, che potesse realmente incidere sulle scelte politiche di questo Paese. Invece mi pare che oggi si preferisca la coerenza anche a costo di restringere la base dei militanti e quindi la forza d’impatto. Ho visto la differenza quando siamo riusciti a fare gruppo: il peso politico è cambiato considerevolmente. Considerato quanto siano pressanti i temi ambientali, riuscire a essere rappresentati nell’Esecutivo sarebbe il modo per essere finalmente incisivi. Per questo a mio avviso è molto più importante se qualcuno si avvicina al partito, piuttosto che se passa l’esame a livello di ecologia... Credo nel processo che porta a incontrare la visione del partito con il tempo, mentre si condividono subito degli aspetti puntuali. Faccio un esempio: contro la variante 95 mi sono trovato a combattere fianco a fianco a Ulrico Feitknecht, che di ecologista non aveva nulla (è stato presidente dell’Udc e membro in parlamento, ndr). Abbiamo vinto allora... e oggi la sua azienda è in mano al figlio che la sta convertendo al bio.

Il tempo invece a livello di vertice non è bastato a sanare i rapporti...

Premesso che ho sempre mantenuto rapporti cordiali con tutti, il mio passo indietro va inteso nel senso del rinnovo, del lasciar fare alla pentadirezione. Non voglio intromettermi nella loro impostazione: sono scelte. Una vale l’altra. La nostra via è fallita, perché non è riuscita a convincere una buona fetta della base.

Cosa augura ai Verdi che le succederanno?

Un passo fondamentale, e che gli auguro, è di riuscire a riconfermarsi come gruppo in parlamento. Sono convinto ci sia ancora molto bisogno del partito dei Verdi in futuro e dunque spero che i nuovi volti sapranno portare anche nuova linfa ed energia, perché è quello che occorre.

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