Ticino

Quel gruppo di agenti ticinesi che contrasta la cybercriminalità

Una settantina, nel 2017, le indagini. Tra queste anche alcune sulla pedopornografia. Analizzati 1'400 apparecchi elettronici e supporti informatici

Archivio Ti-Press
20 aprile 2018
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Lo scorso anno il Gruppo criminalità informatica della Polizia cantonale “si è visto confrontato con circa 1’600 attività”, tra cui “una settantina” di indagini concernenti anche la pedopornografia in internet. Una “sessantina” gli interventi (perlopiù perquisizioni) a sostegno dei vari commissariati e “oltre 1’400” le analisi di supporti elettronici/informatici. È quanto evidenzia Giorgio Galusero (Plr) nel proprio rapporto, firmato ieri dalla commissione parlamentare della Legislazione, sulla mozione della popolare democratica Sara Beretta Piccoli che chiede nuove norme riguardanti “lo spazio cibernetico” e l’istituzione di “un corpo per la lotta alla cybercriminalità”.

Quanto a quest’ultima proposta, Galusero ricorda che nella Polcantonale esiste già un nucleo di agenti e di specialisti impegnati a contrastare gli illeciti in rete e nei mezzi elettronici in genere: è appunto il Gruppo criminalità informatica. Una sezione della Polizia giudiziaria che, così come è oggi strutturata, è per il momento, ritiene il relatore, “in grado di fronteggiare sufficientemente la criminalità informatica”. Qualora dovessero essere richieste nuove competenze, “si potranno comunque apportare gli appropriati correttivi, per quanto riguarda sia la strumentazione tecnico/informatica sia per formazioni specifiche”. È però “chiaro”, scrive Galusero, già ufficiale della Cantonale, che “se si richiederà a questo servizio di procedere a un pattugliamento costante del web (e del dark web), si dovrà valutare un potenziamento delle risorse”. Nuove norme sul cyberspazio? Il Codice penale è legge federale: ergo, la competenza è semmai della Confederazione, ricorda il relatore. Che per questi e altri motivi invita il plenum a considerare evasa la mozione.

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