Ticino

Videosorveglianza, 'opportuna una legge cantonale'

Il procuratore capo Nicola Respini si esprime in merito al tempo di conservazione dei filmati nei singoli Comuni

Ti-Press
19 aprile 2018
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Cento ore a Bellinzona e a Locarno, settantadue a Chiasso e ad Ascona, cento giorni (prossimamente) a Lugano... Oggi ogni Comune che si è dotato dei cosiddetti occhi elettronici è libero di decidere, tramite regolamento (locale), il tempo di conservazione dei filmati. «Anche per questo sarebbe ora opportuna una legge cantonale sulla videosorveglianza pubblica, peraltro sempre più diffusa, che disciplini pure tale aspetto – afferma il procuratore capo Nicola Respini –. Stabilendo per tutti i Comuni una congrua durata (cosa ovviamente da studiare) per la conservazione dei dati, si agevolerebbe, e non di poco, il lavoro degli inquirenti, che adesso a seconda del luogo in cui viene commesso un reato devono tener conto anche dei differenti tempi di tenuta delle immagini». E per gli investigatori le cose possono complicarsi assai quando un fatto di rilevanza penale viene denunciato giorni oppure settimane o addirittura mesi dopo.

Al Ministero pubblico Respini è responsabile del gruppo di procuratori pubblici dediti al perseguimento dei reati comuni, ovvero di tutti quegli illeciti che non sono finanziari. Il lavoro non manca. Sull’efficacia della videosorveglianza, Respini non ha dubbi: «È uno strumento prezioso. A Lugano diversi episodi di violenza sono stati chiariti proprio con i filmati delle telecamere. Le faccio poi un esempio: mi sto occupando fra gli altri di un caso di Rip Deal, cioè di un’operazione di cambio truffaldino. Ebbene, gli autori sono stati identificati grazie alla videosorveglianza della Città di Lugano: sono stati filmati mentre si spostavano a piedi e in automobile». Gli ‘occhi elettronici’ «possono costituire un deterrente per i malintenzionati, in particolare se piazzati in punti discosti della città, non molto frequentati e dove non è possibile garantire una presenza più o meno costante delle forze dell’ordine».

Videosorveglianza, utile non solo per la repressione e la prevenzione. «Lo è anche per rintracciare persone di cui è stata denunciata la scomparsa – rileva il magistrato – o anziani che non trovano più la strada di casa per un improvviso calo di memoria».

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