Ticino

'Servono più analisti contro i reati finanziari'

Mozione socialista al governo per potenziare la Procura: personale specializzato anche per contrastare gli illeciti nel mondo del lavoro

16 aprile 2018
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Al Ministero pubblico occorre assegnare più “analisti” e “personale specializzato” che coadiuvino i magistrati inquirenti nella lotta ai “reati finanziari” e agli illeciti “nel mondo del lavoro”, il cui compito “sia anche quello di agire in modo proattivo al fine di individuare anticipatamente” pratiche illegali. A chiedere rinforzi, con una mozione al Consiglio di Stato, è il Partito socialista. L’atto parlamentare – primo firmatario il capogruppo in Gran Consiglio Ivo Durisch – invita inoltre il governo a “valutare il potenziamento della Sezione reati economico-finanziari (la Ref, ndr.), già oggi molto sollecitata, della Polizia giudiziaria”.

Questo perché “è imperativo impedire la proliferazione di sacche di illegalità nell’economia del Cantone”, si afferma nella mozione sottoscritta, oltre che da Durisch, dai deputati Henrik Bang, Gianrico Corti, Jacques Ducry (ex pp), Milena Garobbio, Gina La Mantia, Carlo Lepori e Daniela Pugno Ghirlanda. “Pur ritenendo significativi gli sforzi” della Procura per contrastare il malaffare, la situazione attuale, si aggiunge, “impone di fare di più”. I reati finanziari, sottolinea il Ps, “sono in aumento” e “sempre più casi dimostrano l’aggravarsi di forme di abuso nel mondo del lavoro”. La richiesta di potenziamento formulata da Durisch e firmatari giunge peraltro a pochi giorni dalla pubblicazione del ‘Rapporto 2017 del Consiglio della magistratura’ e del bilancio dell’attività svolta lo scorso anno dalla Ref. Documento, quest’ultimo, in cui la sezione investigativa della Polizia cantonale accenna anche ai crac societari: “La maggior parte dei fallimenti chiusi per mancanza di attivi, di principio, comporta il reato di cattiva gestione”, evidenzia la Ref. I reati fallimentari “causano importanti costi amministrativi per lo Stato”, annotano gli autori della mozione, ricordando che “l’ottanta per cento delle società amministrate in modo illecito non paga le imposte”.

I socialisti si dicono quindi preoccupati “per la prevista riorganizzazione” del settore esecutivo e fallimentare – il relativo messaggio governativo è sotto la lente di una sottocommissione parlamentare della Gestione coordinata da Giacomo Garzoli (Plr) – e in particolare per le dimissioni dell’Ufficiale dei fallimenti per il Sopraceneri Patrick Bianco, tornato di recente alla professione di avvocato. Bianco si occupava anche di allestire, per conto dei vari uffici fallimenti, le denunce all’indirizzo del Ministero pubblico, in caso di sospetto di reati fallimentari, agevolando così il lavoro degli inquirenti. “Non solo è una partenza che non è stata sostituita a livello di organico, ma è anche una perdita di importanti competenze che – si legge nella mozione – vanno assolutamente ricostruite”.

‘Organizzazione? Servono persone’

Il carico di lavoro di alcune autorità giudiziarie ticinesi, tra cui il Ministero pubblico, “impone un’attenta riflessione su organizzazione e risorse”: per questo il capo del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi chiederà a breve alle autorità giudiziarie “un’analisi della situazione, unita a eventuali proposte di natura organizzativa”. Così il Dipartimento in una nota diffusa venerdì dopo aver incontrato le magistrature permanenti del Cantone. «Iniziativa opportuna quella annunciata da Gobbi, ma ho l’impressione che i margini di manovra sul piano organizzativo siano molto ridotti – osserva, da noi interpellato, il primo firmatario della mozione Ivo Durisch –. Secondo me il potenziamento per la Procura che noi auspichiamo sarà inevitabile». D’altronde «ribadiamo sostanzialmente una richiesta già fatta dal pg Noseda e cioè quella di un potenziamento soprattutto di analisti finanziari, segretari giudiziari e personale amministrativo». Oltretutto «alla luce del Consuntivo 2017 del Cantone, credo sia doveroso per lo Stato impiegare una parte degli 80 milioni di avanzo d’esercizio nel reclutare risorse umane per la lotta ai reati finanziari, sarebbe un atto di responsabilità pure nei confronti dei cittadini e delle imprese onesti».

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