Ticino

Licenze edilizie e ricorso diretto al Tram? 'Tribunale paralizzato'

Il giudice Matteo Cassina: spero che il Dipartimento del territorio riveda la propria proposta

12 aprile 2018
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Il ricorso diretto al Tribunale cantonale amministrativo in materia di licenze edilizie? «Il Tram rischierebbe la paralisi», afferma il giudice Matteo Cassina. Presidente del Tribunale d’appello e vice di quello amministrativo, il Tram appunto, Cassina non usa giri di parole nell’indicare le conseguenze di una delle proposte centrali del progetto di riforma della Legge edilizia elaborato dal Dipartimento del territorio. Con l’obiettivo di “accelerare i tempi complessivi di evasione delle domande di costruzione”, il Dipartimento prospetta fra l’altro un cambiamento della procedura in caso di contestazione della decisione del Municipio: se oggi deve essere impugnata dinanzi al Consiglio di Stato e poi eventualmente davanti al Tram, un domani il ricorso andrebbe presentato direttamente a quest’ultimo (il verdetto finale spetterebbe come ora al Tribunale federale). Uno scenario che non entusiasma per nulla il Consiglio della magistratura, che nel proprio rapporto sull’andamento della giustizia ticinese nel 2017 scrive: “Nell’ottica del già importante carico di lavoro cui deve far fronte il Tram – con immediate ripercussioni sulle tempistiche di evasione – preoccupa il progetto di revisione della legge edilizia, in consultazione, che prevede di abolire il Servizio dei ricorsi del Consiglio di Stato quale prima istanza cantonale, lasciando il Tribunale cantonale amministrativo quale istanza di ricorso unica. Questa modifica comporterebbe un aumento di entrate stimato in 380 incarti in più l’anno, ciò che appare manifestamente insopportabile”.

Uno scenario che non entusiasma neppure Cassina. «Più che come presidente del Tribunale d’appello, sono preoccupato come membro del Tram – rileva il giudice –. Già oggi siamo confrontati con una situazione oggettivamente molto pesante. È ormai da un triennio che superiamo agevolmente la quota di settecento nuovi incartamenti all’anno». Oltre settecento pratiche aperte annualmente «concernenti i diversi ambiti, e non sono pochi, del contenzioso amministrativo – ricorda il magistrato –. L’attribuzione di nuove competenze comprometterebbe l’operatività del Tribunale amministrativo». E per essere ancor più esplicito, Cassina avverte: «Qualora il Tram dovesse diventare la prima e unica istanza ricorsuale cantonale per il settore dell’edilizia, la paralisi della sua attività sarebbe inevitabile, mantenendo immutato l’organico dei magistrati». Che attualmente, compresi la presidente Flavia Verzasconi e Cassina, sono sei. Un incremento annuo, ancorché stimato, di 380 incarti, «imporrebbe l’assunzione di altri vicecancellieri, ma soprattutto un potenziamento del numero di giudici: almeno tre in più», osserva il vicepresidente del Tribunale amministrativo. «Tre nuovi giudici che in seno al Tram sarebbero tenuti a occuparsi esclusivamente di ricorsi in materia di licenze edilizie, perché – spiega il magistrato – il Tribunale dovrebbe – oltre che esaminare la causa dal profilo del diritto, come ora, essendo istanza d’appello – svolgere l’istruttoria al fine di accertare i fatti. E questo anche con dei sopralluoghi, che solo un giudice però può eseguire».

Tuttavia, tiene a puntualizzare Cassina, «un Tram composto di nove o addirittura dieci giudici non si giustificherebbe: sarebbe un numero sproporzionato, considerate dimensioni e popolazione del nostro cantone, e fonte di costi importanti. Anche per questo motivo spero che il Dipartimento del territorio riveda la propria proposta».

La Divisione giustizia: ‘Preoccupazioni condivisibili’

Commenta dal Dipartimento istituzioni la responsabile della Divisione giustizia Frida Andreotti: «Le preoccupazioni del Tribunale cantonale amministrativo riguardo al ricorso diretto sono da noi condivise». Oggi il Servizio ricorsi del governo «funge comunque da filtro». E allora «eventuali modifiche legislative non possono prescindere da un’adeguata messa a disposizione di risorse al Tram, già ora in affanno». A maggior ragione «dopo che il Gran Consiglio ha soppresso la figura del giudice supplente per la giustizia amministrativa e per quella civile».

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