Nuove misure di polizia presentate ieri dal Dipartimento delle istituzioni. Si punta alla prevenzione. Previste anche indagini mascherate
Ventiquattro ore in cella a tutela della propria incolumità ma anche per proteggere altre persone da “gravi e imminenti pericoli”. Si chiama “custodia di polizia” ed è in buona sostanza un fermo direttamente deciso dagli agenti anche senza manifestazione di reato. È la proposta presentata questa mattina da Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni, e Matteo Cocchi, comandante della Polizia cantonale, contenuta nella revisione della legge sulla polizia oggetto di un messaggio governativo all'attenzione del parlamento. “La società è cambiata e il bisogno di sicurezza è aumentato anche nel nostro Cantone” ha precisato Gobbi nel ricordare che le modifiche in questione sono già state adottate anche in altri Cantoni. Tre le novità importanti. A parte la custodia già detta – che coinvolgerà anche i casi di tentato suicidio – la revisione prevede altresì la “trattenuta” dei minorenni, sempre in Polizia, il tempo necessario per rintracciare i legittimi tutori (genitori o altre altre autorità); in questo caso si pensa ai ragazzi e ragazze fuggiti di casa o in stato confusionale per uso di alcol e sostanze varie. Non ultimo, sono previste indagini preventive anche senza evidenza di reato. Definito il quadro legale, nell'ambito della Conferenza dei direttori dei Dipartimenti cantonali di giustizia e polizia, le nuove norme “permettono di agire con maggiore efficacia prima dell'apertura di un procedimento penale. Pensiamo in particolare ai reati legati a internet” ha precisato il comandante Cocchi. Una specie di “osservazione preventiva” effettuata in incognito e che comunque non potrà superare i 30 giorni senza l'autorizzazione del Ministero pubblico. Il progetto legislativo seguirà il solito iter parlamentare per poi venir approvato dal plenum del Gran Consiglio.