Ticino

Comitato Plrt contro 'No Billag'

Nella riunione di Gordola anche l'appoggio alla candidatura unica liberale di Samuele Cavadini a Mendrisio

(Ti-Press)
31 gennaio 2018
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Tre grandi temi hanno caratterizzato l’affollato comitato cantonale del Plrt di questa sera al Centro di formazione professionale Ssic di Gordola: i due oggetti in votazione federale il prossimo 4 marzo (iniziativa “No Billag” e il Nuovo ordinamento finanziario 2021 della Confederazione) e il referendum lanciato contro la Riforma cantonale fiscale e sociale del Canton Ticino. 

Il comitato Plrt ha respinto quasi all’unanimità (un solo voto favorevole) l’iniziativa per l’abolizione del canone radiotelevisivo, mentre ha promosso – all’unanimità - la modifica della Costituzione federale per permettere alla Confederazione di continuare a riscuotere l’imposta federale diretta e l’imposta sul valore aggiunto fino al 2035. Sul referendum contro la Riforma fiscale e sociale lanciato da una parte della sinistra, forti le critiche espresse dal presidente del Plrt, Bixio Caprara: “È un patto di Paese, è un patto politico! Deve essere chiaro che non si può avere sia il panino, sia il soldino. È essenziale capire lo sforzo fatto per trovare una soluzione di equilibrio tra fiscalità e misure sociali”.

Sulla scelta della sezione di Mendrisio di proporre la candidatura unica di Samuele Cavadini al ballottaggio per la carica di sindaco della città, Caprara ha spiegato: “È una buona decisione, che permetterà ai cittadini di avere una scelta. Per fortuna il Plrt ha molte personalità di spessore e si è quindi trattato di capire quale dei due potenziali candidati avesse le possibilità migliori. Non si tratta di dire chi è più bravo dell’altro. Samuel Maffi e Samuele Cavadini sono ottimi politici e quali municipali del magnifico Borgo stanno facendo un ottimo lavoro. A loro il nostro ringraziamento per l’impegno e la disponibilità messi al servizio della comunità”. 

Il 'No' al referendum contro la Riforma fiscale e sociale è giunto da Christian Vitta, consigliere di Stato, direttore del Dipartimento finanze ed economia: “Non solo in governo questa riforma è stata approvata all’unanimità, ma anche in parlamento la maggioranza è stata ampia. Questa riforma è particolarmente equilibrata, è un patto politico, non è che con una mano si prende e con l’altra si toglie. Anzi. I dati oggettivi mostrano poi chiaramente la tendenza a partire dal Ticino dei grossi contribuenti. Noi vogliamo salvare questo substrato fiscale. Perché si tratta spesso di persone e famiglie originarie del Ticino e che nel cantone hanno vissuto per anni. Significa che a livello fiscale siamo arrivati al limite. Non vogliamo fare i primi della classe, ma allinearci alla media svizzera”.

Samuele Vorpe, responsabile del Centro di competenze tributarie della Supsi: “Non vogliamo ridurre le imposte ai grandi contribuenti per diventare più concorrenziale e attrarre i ricchi. No. Lo facciamo invece per evitare che scappino come purtroppo sta capitando. Come Cantone siamo molto sociali rispetto alla media degli altri cantoni. La riduzione dell’aliquota non migliorerà sostanzialmente la posizione del Ticino nella realtà svizzera. La concorrenza fiscale intercantonale in Svizzera esiste e con questa misura si vuole semplicemente rientrare in una media nazionale. Si riduce il gettito? Non facendo nulla, la situazione peggiorerà anche di più a medio e lungo termine”.

 Fabio Abate, consigliere agli Stati è intervenuto su “no Billag”: “È un’iniziativa folle, dalle conseguenze gravissime, se accettata. La ripartizione attuale dei proventi del canone, che favorisce il Ticino, non è mai stata messa in discussione sul piano politico, riconoscendo sempre alla Svizzera italiana le proprie specificità, le proprie prerogative, il proprio ruolo di minoranza. Con quale coraggio politico, con quale credibilità, potremmo presentarci a Berna se il 4 marzo scaturisse proprio in Ticino un sì a questa iniziativa? Sarebbe un autentico suicidio politico”.

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