Mendrisiotto

Hanno trafficato 238 grammi di cocaina, condannati

Il processo si è svolto al carcere giudiziario della Farera. Alla sbarra due cugini albanesi che hanno venduto a consumatori del Mendrisiotto

I processi si sono svolti al carcere giudiziario della Farera (archivio Ti-Press)
27 marzo 2020
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La giustizia si adegua all'emergenza coronavirus. Al carcere giudiziario della Farera, questa mattina sono andati in scena due processi che hanno portato alla sbarra due cugini di nazionalità albanese. Il dibattimento si è svolto a porte chiuse in una sala riunioni, diventata aula di giustizia, messa a disposizione dalla struttura carceraria. Una soluzione provvisoria che permette il pieno rispetto delle disposizioni cantonali e federali imposte dall'emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Altri procedimenti penali sono in agenda per la prossima settimana, sempre a porte chiuse e sempre nel rispetto delle distanze tra le parti.

Davanti alla corte delle assise correzionali di Mendrisio presieduta dal giudice Amos Pagnamenta sono comparsi, come detto, due cugini di nazionalità albanese che la procuratrice pubblica Pamela Pedretti accusava del traffico di 238 grammi di cocaina dall'Italia alla Svizzera. Stupefacente che è stato alienato a tossicodipendenti e consumatori della regione. Con formula di rito abbreviato, e in due distinti procedimenti, sono stati condannati a 24 e 17 mesi di detenzione sospesi per un periodo di prova di due anni. Entrambi sono stati espulsi dalla Svizzera per 6 e, rispettivamente 5 anni. Il giudice li ha riconosciuti colpevoli di infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti, ripetuta entrata illegale e attività lucrativa senza autorizzazione. Difesi dagli avvocati Simone Beraldi e Marco Bertoli, i due cugini sono stati arrestati il 23 gennaio di quest'anno. Uno di loro risiede e lavora in Italia, mentre il cugino vive in Albania. Stando all'atto d'accusa, l'attività illecita di quest'ultimo è iniziata nell'ottobre scorso; quella del cugino nel dicembre scorso.

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