Mendrisiotto

Lista civica allo scoperto: 'Ci battiamo Per Mendrisio'

I candidati del nuovo soggetto politico sulla scena elettorale della Città spiegano perché hanno deciso di esserci il 5 aprile

Da sin. Antonia Bremer, Romano Mastrobattista, Luca Bontà, Anastasia Gilardi e Tiziano Fontana
3 febbraio 2020
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Non sarà (solo) un’avventura. Per chi oggi crede che a Mendrisio manca una lista civica non può essere soltanto una primavera. Ora, Lucio Battisti a parte, chi ha dato vita a ‘Per Mendrisio’ lo ha fatto per dare cittadinanza alle idee e al malcontento percepito nei Quartieri. Il progetto politico è nato con la spontaneità di un gruppo di amici, ma non c’è nulla di improvvisato. E soprattutto vi è la determinazione di dimostrarlo alle prossime elezioni comunali. Certo, nei cinque candidati che hanno accettato la sfida (per il Municipio) vi è la consapevolezza di portarsi dietro un bagaglio culturale e politico (o partitico) riconoscibile dai mendrisiensi. Ma Luca Bontà, Antonia Bremer, Tiziano Fontana (consigliere comunale uscente), Anastasia Gilardi (già in Consiglio comunale per 10 anni) e Romano Mastrobattista (alle spalle 3 anni sui banchi consiliari) non vogliono essere incasellati, ritrovandosi appiccicata addosso un’etichetta. Lo hanno detto in modo chiaro, ieri, presentandosi in veste ufficiale sulla scena politica cittadina proprio nel ‘cuore’ del Borgo.

Anche il fatto di essere identificati con ‘quelli di piazza del Ponte’ – in effetti solo taluni sono parte del Comitato referendario ‘Un’effimera piazza del Ponte? No, grazie!’ – ai loro occhi appare riduttivo. Una cosa è certa, le altre forze ‘tradizionali’ in campo il 5 aprile prossimo dovranno fare i conti anche con questo nuovo soggetto politico. «Cosa ci accomuna? Innanzitutto, l’interesse per la tutela del territorio, nel senso più complesso e ampio del termine», ci fa capire Anastasia Gilardi. Detta in tre parole, per chi adesso si mette in gioco per la lista civica – 9 i candidati al Consiglio comunale – ne va della qualità di vita, sul piano ambientale, paesaggistico e culturale. «Ecco perché la nostra è una lista trasversale – rilancia Luca Bontà–, che può coinvolgere più persone, anche con opinioni politiche diametralmente opposte». In fondo, annota, «si va verso una democrazia partecipativa e non rappresentativa».

Per le idee, non per i seggi

Fatto salva qualche scaramuccia, in una campagna che, più o meno palesemente, va a caccia di voti e di seggi – le aspirazioni di raddoppio da più parti non sono sottaciute in Città –, ‘Per Mendrisio’ punta alla sostanza delle idee. Con l’ambizione, questa sì dichiarata, di portarle all’interno delle istituzioni comunali, ritagliandosi un posticino dentro il legislativo. «Siamo idee, appunto, non ideologie – rimarca Anastasia Gilardi –. Infatti, non siamo qui per portare via voti agli altri (non siamo avversari di nessuno). Semmai, il nostro intento è quello di dare la possibilità a chi, di solito, non esprime una scelta o addirittura non va a votare, a farlo, coprendo così un vuoto e dando una risposta a esigenze percepibili».

Il territorio al centro

Cosa distingue, però, ‘Per Mendrisio’ dagli altri partiti? Qui le parole chiave con territorio sono identità e cultura (storica e urbanistica). «Da subito abbiamo capito che su alcuni temi la pensavamo allo stesso modo e che sapevamo dove andare a parare, quale era il nostro spirito. E questo prima ancora di scrivere il programma», spiega Antonia Bremer. Un aspetto, confidano, che ha permesso di trovare, senza fatica, i proponenti per la lista. È indubbio, però, che il centro di gravità dei fautori della lista civica resta il territorio, anzi la questione pianificatoria. «Su questo versante – puntualizza Tiziano Fontana – occorrono fatti al di là delle parole: lo dimostra il bisogno di maggiore pragmatismo e coerenza». Insomma, lamenta, a Mendrisio «si fa fatica a far passare certe idee e visioni differenti (si legga la tutela dei beni culturali, ndr); come vi è una difficoltà ad avere una visione comune del futuro della Città». La soluzione praticabile? «Istituire un Piano regolatore unico, con priorità la salvaguardia del patrimonio locale».

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