Mendrisiotto

Bancomat esplosi, un decreto di sospensione

L’inchiesta sulla ‘banda dei bancomat’ si ferma: “il procedimento ripartirà quando emergeranno indicazioni utili” a identificare i colpevoli

22 gennaio 2020
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Un’esplosione nel cuore della notte, quella del 23 novembre 2018, che si ricordano in molti. Non solo i residenti di Coldrerio. Già, perché quella prima detonazione diede il ‘la’ a una serie di furti ai bancomat. Una settimana più tardi, infatti, i malviventi agirono ad Arzo con lo stesso modus operandi: telecamere oscurate, esplosivo (o gas acetilene) per scardinare il bancomat, bottino arraffato e fuga verso il più vicino (e incustodito) valico di frontiera. Utilizzando un’auto (o un furgone, nel caso di Coldrerio) precedentemente rubata. Poi altri tre ‘colpi’, nel 2019: il 14 marzo a Novaggio, il 3 aprile a Molinazzo di Monteggio (senza riuscire tuttavia nell’intento) e, per finire, l’11 maggio a Stabio. Cinque azioni criminali (ve ne sarebbero altre due, ma non collegate, il 6 febbraio a Torricella e il 22 ottobre a Comano), effettuate da professionisti – vuoi per la meticolosa preparazione, esplosivo compreso, vuoi per i ‘piani’ sempre riusciti – che non hanno ancora un nome e un volto. E che, per il momento, resteranno nell’ombra. Malgrado gli sforzi profusi, infatti, l’inchiesta di Ministero pubblico e polizia (compresa la Scientifica di Zurigo), non è riuscita a far totalmente luce. Per questo motivo, negli scorsi giorni la procuratrice pubblica Valentina Tuoni ha firmato un decreto di sospensione. Al momento, dunque, il dossier sugli assalti banditeschi ai bancomat rimane in un cassetto. Il che non vuol dire che le forze dell’ordine si siano arrese. Lo specifica lo stesso Ministero pubblico il quale, da noi contattato, spiega che «il procedimento ripartirà quando emergeranno indicazioni utili al fine dell’individuazione dei responsabili dei colpi». Il decreto di sospensione, viene evidenziato, è d’altronde «uno strumento che prevede la procedura quando si è in assenza di nuovi elementi determinanti ai fini dell’inchiesta». Senza nuovi riscontri, dunque, «il procedimento viene sospeso temporaneamente». Il lavoro d’indagine, ad ogni modo, non è mancato: «In questi mesi sono stati assunti tutti i mezzi di prova per far luce sull’accaduto», certifica il Ministero pubblico. Ma, al momento, gli autori rimangono ignoti. Dei cinque colpi messi a segno riguardanti l’inchiesta, ad essere colpita è stata sempre una filiale della Banca Raiffeisen. Istituto che, per quel che riguarda il lato giuridico, avrà ora dieci giorni di tempo per impugnare la decisione: decidere, quindi, se ricorrere contro il decreto di sospensione. Di sicuro, per il momento, resta il fatto che gli autori della ‘banda dei bancomat’ sono riusciti nel loro intento.

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