Mendrisiotto

Ginocchia legate, c’è stata coazione

‘Fatti chiariti’: 60 aliquote giornaliere (sospese) per la maestra di Mendrisio che legò e schernì un’allieva

archivio Ti-Press
17 ottobre 2019
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“I fatti sono stati sufficientemente chiariti”. Una frase – quella scritta dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni – che non lascia spazio a dubbi. In quell’aula delle scuole elementari di Mendrisio, il 18 gennaio del 2018, la maestra al centro dell’inchiesta è venuta meno ai suoi doveri. A tal punto che, negli scorsi giorni, nei confronti della 64enne (ora al beneficio della pensione) è stata proposta la condanna per coazione e violazione del dovere d’assistenza o educazione. Sessanta aliquote giornaliere da 140 franchi l’una, sospese per un periodo di prova di due anni, e una multa di 400 franchi. Questo si legge nel decreto d’accusa inviato alle parti. Documento che, oltretutto, ricostruisce quanto sia effettivamente accaduto in quell’aula, confermando quanto scritto su queste colonne il 22 gennaio dello scorso anno. Al centro, non va dimenticato, v’era un’alunna, inizialmente ripresa dalla maestra “poiché manteneva una postura a suo dire scorretta”. Il tutto, pur sapendo che alla bambina “era stata diagnosticata una disfunzione che le impediva di stare seduta con le gambe incrociate  e con le gambe ravvicinate”.

Ciò nonostante – ha rilevato la procuratrice pubblica – la maestra, prendendo dello spago, aveva legato tra loro le ginocchia dell’alunna. Una ricostruzione che, a conti fatti, ha delineato l’ipotesi di reato di coazione. Stando a quello che è stato appurato in sede d’inchiesta, però, l’episodio non si è esaurito in quel frangente. La docente, infatti, – “violando o trascurando il suo dovere d’assistenza o educazione verso un minorenne e in tal modo esponendone a pericolo lo sviluppo fisico o psichico” – dopo aver notato che la bimba era riuscita a liberarsi dallo spago, ha raccolto da terra quest’ultimo e gliel’ha lanciato in testa. Oltre al gesto ‘materiale’ si è in seguito aggiunto anche lo scherno, perpetrato davanti agli altri compagni di classe. La donna, immediatamente dopo l’accaduto, si è infatti diretta verso la lavagna “facendole il verso”, ovvero – riportiamo – “mimando una persona che cammina con la postura scorretta”. Non bastasse, dal documento del Ministero pubblico emerge che la 64enne si è rivolta alla bambina dicendole che “da adulta sarebbe ‘diventata storta’”. Comportamento, quello tenuto, che ha causato “l’ilarità” degli altri bambini presenti in aula e che ha scaturito il pianto dell’allieva. Azione che, come detto, ha dunque portato ai reati di coazione e di violazione del dovere di assistenza o di educazione. La maestra – assistita dall’avvocato Stefano Ferrari – avrà ora dieci giorni di tempo per inoltrare alla procuratrice pubblica formale opposizione scritta. In caso di mancata o non valida opposizione, il decreto d’accusa diverrà sentenza passata in giudicato.

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