Mendrisiotto

Sette mesi di detenzione per pornografia

È la condanna inflitta oggi a un 59enne del Mendrisiotto. Nel suo computer 16mila 600 tra immagini e video; 48 i files pedopornografici

archivio Ti-Press
12 settembre 2019
|

Si è "regalato" una condanna a 7 mesi di detenzione il 59enne del Mendrisiotto comparso oggi, giorno del suo compleanno, davanti alla Corte delle Assise correzionali di Mendrisio per rispondere di pornografia, rappresentazione di atti di cruda violenza, minaccia (derubricata a tentata), vie di fatto (accusa dalla quale la Corte presieduta dalla giudice Manuela Frequin Taminelli lo ha prosciolto) e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti (punita con 200 franchi di multa).

Nodo del dibattimento è stato sapere se la condanna del 59enne, con una lunga scia di precedenti (tra cui anche una condanna per assassinio, mentre l’ultimo decreto risale al 2016) e un passato nella tossicodipendenza, potesse essere sottoposta o meno al beneficio della condizionale. «Il mio desiderio non era quello di mandarla in carcere ma di vederla collocata in una struttura», sono state le parole della giudice.

«Assolutamente no: l’ha vista la mia data di nascita?», ha risposto in modo risoluto il 59enne. Come indicato nell’atto d’accusa firmato dal procuratore pubblico Zaccaria Akbas, tra il settembre 2015 e il dicembre 2016 l’uomo ha scaricato da internet, mediante applicativi di condivisioni "peer-to-peer", conservato e posseduto per il proprio consumo 16mila 600 tra immagini e video pornografici con atti sessuali con minorenni. Tra questi anche 48 files pedopornografici. «L’ho fatto per curiosità. Non ho mai venduto questi materiali, non ho mai filmato e non ho mai toccato nessuno – ha spiegato l’uomo –. Certo che le immagini sono riprovevoli: ho presentato anche una denuncia alla quale la polizia ha dato seguito».

Alla domanda della presidente volta a sapere se alla base ci fosse più piacere che curiosità, la risposta è stata che «sono affari miei». Nei dispositivi del 59enne sono stati rinvenuti anche 218 files di cruda violenza verso esseri umani (uccisione di prigionieri di guerra mediante decapitazione). Video che per la Corte «ledono e offendono gravemente la dignità umana». A mente dell’accusa, che ha proposto una condanna a 10 mesi di detenzione, la prognosi del 59enne è «francamente negativa». A pesare ci sono i precedenti e l’uso del coltello, usato in passato e comparso anche nelle tentate minacce avvenute in un bar di Lugano ai danni di una cameriera.

L’avvocato Edy Meli si è battuto per una riduzione della pena: «Una mancata sospensione sarebbe l’elemento peggiorativo della situazione», ha spiegato, affermando che il materiale pornografico era «per una visione personale, capendo che un conto sono le fantasie, un altro sono gli atti concreti che non ha mai fatto né avuto intenzione di fare». Nel motivare la sentenza, Frequin Taminelli ha osservato che «la pedopornografia non va bagatellizzata». Il 59enne ha dichiarato di non più essere andato a cercare questo tipo di materiale, di non avere più questo interesse e che oggi utilizza internet con una connessione molto lenta.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE