Mendrisiotto

Venti mesi di carcere prima della 'nuova vita'

È la condanna inflitta a un 24enne del Mendrisiotto che, lo scorso anno, ha ospitato due trafficanti albanesi: 'Mi interessava solo la droga'.

archivio Ti-Press
25 giugno 2019
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Venti mesi di detenzione per permettergli di continuare a curarsi in carcere e per “per rafforzare il convincimento verso quella che sarà la sua nuova vita”. È questa la condanna inflitta dalla Corte delle Assise criminali di Mendrisio a un 24enne del distretto per infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti (quantità) – in parte in complicità. L’auspicio della Corte, sottoscritto dalla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo e dall’avvocato Chiara Buzzi, è che il 24enne possa trovare la sua strada.

Quella esaminata dalla giudice Manuela Frequin Taminelli è stata una storia ormai nota. Tra il febbraio e l’agosto dello scorso anno il giovane ha ospitato nella sua abitazione due spacciatori albanesi che hanno smerciato almeno 700 grammi di cocaina. “Sapevo che era un trafficante – ha ammesso il 24enne in aula riferendosi al suo primo ospite –. Ma l’ho ospitato per potermi procurare cocaina gratuitamente”. Il secondo trafficante è rimasto nell’appartamento del giovane per quattro mesi. “Aveva in uso il mio salotto, dove si chiudeva per preparare le buste-dosi: non ho mai visto il quantitativo effettivo nell’insieme”. Il suo compito era quello di ‘accogliere’ gli acquirenti e accompagnarli in salotto. “Non nego di avere pubblicizzato questa attività”, ha ammesso. Pur immaginando di agire nell’illegalità, “ho dato la disponibilità per il mio tornaconto: avere cocaina piuttosto che soldi”. Denaro poi speso per alcol e divertimenti vari. I precedenti tentativi di cura sono falliti perché “non c’era la volontà da parte mia, il mio unico obiettivo era la dimissione”. Oggi il ragazzo ha capito di essere arrivato “a 24 anni senza una formazione e un lavoro, ed è giunto il momento di mettere ordine nella mia vita”. Una vita che, prima dell’arresto, “era all’insegna dell’ozio, della droga e dell’alcol”. Nel periodo dei fatti il 24enne ha consumato circa 100 grammi di marijuana e 55 grammi di cocaina.

Accusa e difesa sono arrivate in aula con un accordo, una condanna tra i 20 e i 22 mesi da espiare per permettere all’imputato di continuare le cure. Riconoscendo la sua piena collaborazione e tenendo conto della lieve scemata imputabilità dovuta alla tossicodipendenza, la Corte lo ha condannato a 20 mesi e lo ha prosciolto dai reati ipotizzati di favoreggiamento (non ha nascosto volontariamente i trafficanti alla polizia) e ricettazione (nella sua abitazione sono stati rinvenuti oggetti rubati da un'altra persona, ma il ruolo del 24enne non è stato ritenuto attivo).

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