Mendrisio

Partito il cantiere del terminal dei bus a Mendrisio

Demolita l'ex Fela, si farà spazio al nodo intermodale gomma-rotaia. Sarà pronto entro la metà del 2020

Ruspe in azione nei giorni scorsi (Ti-Press/F. Agosta)
24 giugno 2019
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Le ruspe si sono messe al lavoro di buona lena. E in men che non si dica, nei giorni scorsi, del vecchio stabile Fela a ridosso della stazione ferroviaria di Mendrisio non sono rimaste che le macerie. La demolizione del magazzino, già fiaccato da un incendio nel maggio del 2015, chiude così in modo definitivo un capitolo della storia del capoluogo e apre, nei tempi previsti, un nuovo cantiere, quello del nodo intermodale. L’intervento a nord dello scalo Ffs, messo a punto dal Cantone e riconosciuto (dal profilo finanziario) dalla Confederazione, non è che il primo atto di una vera e propria trasformazione del comparto, scelto come sede del campus Supsi. Ma qui la protagonista della riqualifica sarà la Città: la variante di Piano regolatore è già sul tavolo dei consiglieri comunali e negli obiettivi contribuirà a ridisegnare una delle porte d’ingresso del Comune e a restituire una migliore visibilità al capoluogo.

Dare la precedenza al trasporto pubblico e far interagire al meglio gomma e rotaia. È questa la missione che ci si aspetta dal nuovo terminal, che farà il paio con l’infrastruttura progettata a Chiasso, la cui costruzione è stata rallentata dai ricorsi, oggi superati (come riferito da ‘laRegione’ del 9 maggio). Per questa ulteriore mini rivoluzione a vantaggio degli utenti di una mobilità ‘altra’ rispetto all’auto privata, s’inizia, dunque, da Mendrisio.

Due poli, due terminali

L’operazione, parte peraltro dei piani della Commissione regionale dei trasporti e iscritta nel Programma di agglomerato del Mendrisiotto, richiederà un investimento complessivo di oltre 6 milioni e 600mila franchi – nella cittadina di confine i costi superano i 9 milioni – e sarà portata a compimento entro la metà del 2020.
Il nodo intermodale occuperà gli spazi, come detto, dell’ex Fela e dei parcheggi pubblici. In effetti, la superficie a disposizione – si parla di circa 3mila metri quadrati di terreno – permetterà di dare ospitalità alle linee di autobus che collegano il Distretto. Oltre alle infrastrutture riservate agli utenti – come banchine e pensiline –, che inseriranno nuove forme architettoniche, sarà previsto altresì un collegamento con l’attuale ‘park and rail’.

I pendolari potranno, in ogni caso, scegliere di raggiungere la stazione pure con le due ruote. Il terminal dei bus esistente, infatti, farà posto a parcheggi per biciclette, moto e ciclomotori: 230 in tutto le postazioni immaginate in tal senso.

Aspettando la variante

L’autorità cittadina, del resto, ha una visione chiara di ciò che sarà il terminale – “perno della mobilità’ regionale – all’interno del comparto, nel segno di una valorizzazione della stazione. “Il nodo intermodale – si legge nella variante pianificatoria – deve essere, dunque, un luogo in cui convivono e si intersecano scale territoriali diverse, che diventano il rifermento per qualsiasi forma di intervento futuro nelle aree attorno alla stazione. In questo caso, il progetto sulla stazione e il suo comparto diventa ‘progetto di prossimità’, nel senso che la stazione intesa come luogo di connessione di reti intermodali consente di riscrivere le scale metriche: vicino-lontano non sono più associabili a soli parametri metrici, ma bensì al tempo necessario per raggiungere le destinazioni possibili. Il ‘lontano diventa misura dell’accessibilità’”.

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