Mendrisiotto

Valera: 'Quel terreno va pagato come agricolo'

Il Tribunale federale dà ragione all’Ufficio federale delle strade e corrobora le valutazioni sul comparto di Mendrisio

(Ti-Press)
22 giugno 2019
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Adesso non vi sono più dubbi. Di certo non agli occhi del Tribunale federale (Tf). Lì dove si aspirava a destinare l’area a deposito di idrocarburi, il terreno è agricolo, di nome e di fatto. E come tale va stimato. Come dire che i circa 400 metri quadri espropriati alla Immobiliare Tercon per la riorganizzazione dello svincolo autostradale di Mendrisio valgono, all’incirca, sui 10mila franchi (ovvero 20 franchi al metro quadro). Ben al di sotto, dunque, della cifra pretesa dalla proprietà (600 franchi al metro quadro) e dei 138mila franchi valutati dalla Commissione federale di stima del tredicesimo Circondario (Ticino e Grigioni). A fare la differenza? L’iscrizione (o meno) dell’appezzamento fra le aree industriale e artigianale. Una conclusione a cui si è giunti non considerando, a torto per il Tf, il quadro giuridico e pianificatorio in cui ci si è mossi negli ultimi anni.

Sul tavolo un Puc, un Piano di utilizzazione cantonale, a sgombrare il campo sulla vocazione del comparto Valera, lì fra Rancate, Genestrerio e Ligornetto (quindi in territorio di Mendrisio), il marzo scorso ci aveva già pensato il Tribunale di espropriazione. In effetti, giusto l’altroieri quei giudici hanno rimesso il campanile al centro del villaggio quanto a valore venale delle superfici nelle mani dei due maggiori proprietari della zona, che si sono visti rispedire le loro pretese di indennizzo da oltre 40 milioni. Oggi un’altra Corte, quella del Tribunale federale, corrobora il verdetto, accogliendo il ricorso dell’Ufficio federale delle strade (Ustra) e invocando un nuovo giudizio da parte del Tribunale amministrativo federale (Taf). A quest’ultimo toccherà determinare l’indennità dovuta (per l’esproprio) per un fondo agricolo.

Poco più di un anno fa l’Ustra aveva mal digerito la sentenza del Taf che, alla pari della Commissione, aveva dato ragione alla Tercon (cfr. ‘laRegione’ del 12 aprile 2018). Così si era appellato all’alta Corte di Losanna, che nei giorni scorsi si è pronunciata riformando le decisioni precedenti. La chiave di volta? Sta tutto, o quasi, in un acronimo, Lpt – in altre parole Legge sulla pianificazione del territorio –, evocato dal Tf dall’inizio alla fine. Del resto, norme e moratoria sulle zone edificabili sono state adottate due mesi prima del momento in cui si è effettuata la stima (nel maggio del 2013). Di più: nel 2015 il Cantone ha stralciato Valera dal Polo di sviluppo economico e nel comparto vigeva un vuoto pianificatorio dopo l’abrogazione del Piano regolatore di Rancate del 1983. Se poi si aggiunge che la stessa scheda di Piano direttore prevede per quella zona dove scorre il Laveggio una riconversione e “un’importante riqualifica in termini naturalistici, paesaggistici e di svago”, ecco che le possibilità di insediarvi delle attività industriali o artigianali si riducevano al lumicino.“Non era quindi per nulla chiaro – conclude il Tf – se e in che misura il fondo litigioso in un prossimo futuro sarebbe stato attribuito o meno a zona edificabile”. Aspettarselo, insomma, non era sufficiente.

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