Mendrisiotto

Il Pedibus si fa strada in Ticino

Alunni-utenti decuplicati dal 2015 ad oggi e sempre più linee fra casa e scuola. Lo dicono le cifre del rapporto 2018 del Coordinamento Pedibus Ticino

27 marzo 2019
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Pettorine e gilet d’ordinanza: perché sulla strada è importante essere visti. Ma soprattutto la voglia di andare a scuola a piedi, spensierati e sicuri (oltre che sotto l’occhio vigile dei genitori-volontari). In Ticino sono sempre di più i bambini – fra i 3 e gli 8 anni – che oggi ‘salgono’ sul Pedibus. C’è voluto del tempo, ma alla fine anche dalle nostre parti la tenacia di alcune mamme (convinte) e il supporto dell’Ata, l’Associazione traffico e ambiente, sono riusciti a fare breccia. Farlo convertendo, innanzitutto, i genitori, e con loro i figli (oltre ai Comuni e alle direzioni scolastiche). Del resto, quella del Pedibus è una vera e propria ‘missione’. Un dato che rimbalza dal rapporto 2018 del Coordinamento Pedibus Ticino la dice lunga sulla strada macinata in questi ultimi anni. In un triennio i piccoli utenti del solo ‘bus’ che va a forza di piedi sono decuplicati e passati dai 118 del 2015 ai 1’100 odierni. Il balzo in avanti? Tra il 2016 e il 2017, quando di iscritti se ne sono contati 874. Ma i ‘viaggiatori’ non sono i soli ad essersi moltiplicati. Anche le linee sono aumentate in modo evidente: 28 in più quelle tracciate l’anno scorso e che hanno fatto salire il totale a 83. Sulla mappa del cantone i punti che segnalano la diffusione del Pedibus sul territorio rendono bene l’idea di quanto questo modo diverso di muoversi (fin da piccoli) abbia conquistato i Comuni, quindi anche le comunità. Certo, la maggior parte delle ‘spillette’ sulla cartina del Ticino si trova nel Sottoceneri, e nel Mendrisiotto in particolare (con dieci Comuni).

Un 2018 da incorniciare

In ogni caso all’Ata non hanno dubbi: il 2018 è stato un anno di quelli che lasciano il segno. In particolare, come osserva la stessa coordinatrice di Pedibus Ticino Caterina Bassoli, “per il riscontro oltremodo positivo che le famiglie e le istituzioni hanno dimostrato verso la campagna”. Le parole chiave, una volta di più, sono mobilità e lenta, che vanno di pari passo. Bassoli lo tocca con mano (e al di là delle statistiche): la “consapevolezza che il Pedibus possa essere una soluzione pratica e divertente per permettere ai bambini di andare a scuola a piedi in sicurezza è sempre più marcata anche sul nostro territorio”. E questo non è un segnale trascurabile in un momento in cui proprio le generazioni dei giovanissimi si mobilitano reclamando una svolta nella mentalità, nella vita quotidiana e, non da ultimo, nella politica ambientale. Anche la campagna dell’Ata si inserisce nella “prospettiva di un cambiamento sempre più necessario nell’ambito della mobilità, così come la voglia di famiglie e istituzioni di essere partecipi di un cambiamento più importante e con una portata ben più ampia a livello sociale”.

Un metro alla volta

E non ci si vuole fermare qui: metro dopo metro – i Pedibus ticinesi coprono 6 tragitti alla settimana su una lunghezza media di 760 metri – si intende persuadere le famiglie a dare spazio a queste iniziative. L’impegno che traspare dal rapporto 2018 è quello di lavorare per “organizzare sempre nuove linee”, come era negli obiettivi. Ciò grazie all’interesse manifestato da vari Comuni e Istituti scolastici. D’altro canto, l’indagine condotta nel 2017 – di cui aveva riferito ‘laRegione’ del 18 settembre 2017 – aveva rivelato come sia strategico perseverare nell’informazione e nella sensibilizzazione della popolazione: mobilità dolce, sicurezza sulla strada e salute (con il movimento) sono un tutt’uno. Ecco che acquisire visibilità, per merito pure dei media e delle reti sociali – c’è una pagina facebook @pedibusticino –, si è dimostrato proficuo; così come utili sono stati gli incontri sul terreno (18 in tutto, coinvolgendo anche le Polizie) e le iniziative festive (41, il 60 per cento in più rispetto al 2017) promosse in coincidenza con la ‘Giornata internazionale a scuola a piedi’. Una manifestazione, l’anno scorso alla sua edizione numero 18 e caldeggiata dall’Ata, che attira in particolare l’attenzione sulla sicurezza dei bambini-pedoni e che ha raggiunto 23’200 alunni di scuola dell’infanzia ed elementare. Fulcro della festa-evento del Coordinamento è stato il Borgo di Riva San Vitale, favorito dalla partecipazione dei genitori e delle istituzioni locali. Un’esperienza che ha restituito l’immagine plastica di un gioioso corteo di allievi, ma che ha saputo, al contempo, dare vita a un Pedibus intergenerazionale, rendendo partecipi gli anziani del paese.

Un ideale da condividere

Per andare lontano (anche con il Pedibus) è, però, importante fare quadrato. Ecco perché il Coordinamento ticinese – parte dell’Ata e del Coordinamento nazionale Pedibus – ha cercato di condividere il progetto di un’altra mobilità possibile (quella lenta), dando vita a una rete fra partner. Ce l’ha fatta, tanto che il marzo di un anno fa si è riunito per la prima volta un gruppo di lavoro con al tavolo enti pubblici – i Comuni di Chiasso, Bellinzona e Capriasca – realtà come il progetto cantonale ‘Meglio a piedi’, Wwf, Upi, Pro Velo, Pro Senectute o AutoPostale e privati. È stata l’occasione per conoscersi e presentare campagna ticinese e traguardi. E per il futuro? Vi è la certezza, come si dichiara nel rapporto, di aver gettato le basi per “collaborazioni sempre più concrete ed efficaci”.

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