Mendrisiotto

In piazza a Chiasso problemi noti e 'mani legate'

Schiamazzi e litigi sono frequenti. La Polizia: “La situazione va affrontata e risolta. Ma manca la base legale per prendere misure drastiche’

archivio Ti-Press
25 marzo 2019
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Schiamazzi, litigi, i fumi dell’alcool, qualche dose di stupefacente e, occasionalmente, anche qualche pugno. In piazza Indipendenza a Chiasso, durante le giornate che, con l’arrivo della primavera, cominciano a scaldarsi, non di rado si nota l’intervento della Polizia comunale. Soltanto la scorsa settimana le pattuglie sono intervenute in almeno tre occasioni. Per quale motivo? Un gruppo di uomini che ‘soggiorna’ in piazza, come detto, sotto l’influsso dell’alcool e di stupefacenti. E quando la situazione degenera ecco l’arrivo degli agenti. «Purtroppo interveniamo regolarmente» ci conferma il comandante della Polizia Regione 1 Nicolas Poncini. Se da un lato la situazione torna ben presto alla normalità, nei giorni a seguire ecco che il problema si ripresenta. «Siamo in contatto con i servizi sociali – continua il comandante –, perché il 90% del problema è sociale». Il profilo di queste persone è ben noto e «non è un segreto che abbiano problemi di tossicodipendenza». Parte del gruppo è stata collocata in appartamenti di Quartiere Soldini, ma le giornate (e le serate), spesso, vengono trascorse tra piazza Indipendenza e la zona di Boffalora. Anche in questo caso, ribadisce Poncini, «noi siamo in contatto con i servizi sociali e con la Polizia cantonale proprio per capire questi collocamenti dal punto di vista anche geografico. Laddove vengono collocati, infatti, creano problemi». Come risolvere il problema, allora? «Dal nostro punto di vista servirebbe una struttura adeguata per accogliere, aiutare, sostenere e curare queste persone». Quanto messo in atto sinora, evidenzia ancora, «sono dei palliativi, anche costosi. Queste persone per la maggior parte del tempo non sono in grado di autogestirsi e oltretutto generano anche dei ‘traffici’ collaterali». È dunque chiaro che, a fronte di quanto si manifesta quasi quotidianamente, «per noi diventa anche un problema di ordine pubblico».

Spesso, dunque, gli agenti intervengono, ma oltre a un controllo dei documenti si può fare poco altro se non tentare di calmare gli animi. «Purtroppo la popolazione deve capire che abbiamo le mani legate». Il riferimento è alla reale possibilità di intervento: «Per prendere delle misure drastiche – ci spiega il comandante – ci vuole comunque una base legale forte, che al momento non c’è».

Comportamenti ‘sempre al limite’

Il fenomeno, nella cittadina, non è nuovo. Già il gennaio scorso, su queste colonne, la capodicastero Sicurezza pubblica Sonia Colombo-Regazzoni aveva dichiarato che «la situazione non è grave, ma purtroppo si trascina da anni». Parole che trovano un riscontro anche in quelle del sindaco Bruno Arrigoni. L’amministrazione comunale, l’estate scorsa si era mossa ed era seguita una serie di diffide, sempre nei confronti di queste persone, per i problemi che erano sorti a margine del villaggio allestito in piazza per i Mondiali di calcio. Oggi, come detto, il problema è ancora attuale: «Non abbiamo mai avuto episodi gravi verso la popolazione – sottolinea –, ma siamo sempre confrontati con il loro comportamento, sempre al limite della buona educazione». Sindaco che tiene a evidenziare il fatto che non si tratti «di persone che frequentano il centro diurno dell’Osc presente in via Bossi o di richiedenti l’asilo». Ad ogni modo, ribadisce, «noi ci mettiamo il massimo della volontà per cercare di risolvere o almeno circoscrivere questo problema». E in tal senso, entro Pasqua è previsto un nuovo incontro del tavolo di lavoro che impegna operatori attivi nell’ambito della socialità e della sicurezza.

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