Mendrisiotto

Meride: monta la protesta contro la demolizione del muro

La cinta va rifatta, alzata e messa in sicurezza. Un drappello di abitanti però non ci sta e chiede di fermare tutto: 'Ne va dello spazio pubblico'

20 febbraio 2019
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I volantini a Meride erano già pronti (vedi pdf allegato). Un drappello di cittadini era deciso ad amplificare tutta la sua amarezza. E a dire alla popolazione che urgeva chiedere di mettere ‘Giù le mani’ dal muretto ottocentesco che cinge la piazzetta del quartiere di Mendrisio. Invece, i picconi sono stati più veloci: ieri della cinta con vista sulla regione non rimaneva che un mucchio di pietre. Uno scenario subito documentato da uno degli abitanti che, da tempo, era allarmato dalle intenzioni comunali. Da un po’, infatti, Lothar Drack, da poco membro anche della Commissione di quartiere, stava cercando in tutti i modi di ottenere una sorta di ‘moratoria’ e di fermare i lavori in Piazza Mastri, lì nel nucleo. Le opere, però, deliberate, sono iniziate. Opere che avevano ricevuto il nullaosta dei Beni culturali.

Certo, ormai per ‘salvare’ il muro è troppo tardi. «Ma non per tutelare il ‘senso’ della piazza», ci dice richiamando la nostra attenzione sul rischio di veder «imprigionare questo spazio pubblico del paese». La costruzione in sasso sarà sostituita, in effetti, da un’altra protezione, più alta – a quanto pare di circa 1 metro –, che finirà, lamenta, per chiudere la visuale. «A questo punto chiediamo, per lo meno, che si alzi un muro non oltre i 65 centimetri dell’antico. Proprio per salvaguardare lo charme di cui è dotata la piazza». Cosa ha motivato, però, la demolizione dello storico muretto, luogo di sosta e contemplazione? «Ci hanno spiegato – ci illustra ancora Drack – che è stata dettata da ragioni di sicurezza, a tutela soprattutto dei bambini che frequentano quel luogo. Insomma, il muro sembra non fosse più a norma. Ma noi ci siamo informati e abbiamo interpellato in tal senso pure esperti dell’Upi –l’Ufficio prevenzione infortuni, ndr –, che ci hanno rassicurato: il muretto poteva essere mantenuto, con qualche accorgimento».

Consigli che l’Upi era ben disposto a prodigare, ci fa capire il residente-commissario. «La nostra voce, però – si rattrista –, non è stata ascoltata. Nonostante mi sia rivolto all’Ufficio tecnico e all’autorità comunale». Istanze che, come abbiamo verificato, hanno seguito la procedura. Obiettivo: rialzare di 35 centimetri, consolidare e mettere in sicurezza il manufatto. Un correttivo concordato e approvato anche dalla stessa Commissione di quartiere di Meride. Sì, perché l’intervento di demolizione è stato oggetto, l’estate scorsa, di una domanda di costruzione – «pubblicata, però, in tempo di ferie, fra agosto e settembre» –, che aveva sollevato pure un’opposizione. «Ho chiesto ripetutamente di vedere la documentazione, ma fanno... muro. Fuori dal periodo di pubblicazione non è più possibile. Allora ho scritto al sindaco Cavadini, che il giorno successivo mi ha confermato di essere a disposizione, assieme al capodicastero Comi». Lothar Drack non si capacita del fatto che la decisione di abbattere il muro non sia stata condivisa con la popolazione. «Non è mai stata data una informazione in merito – ribadisce –. Non è dovuto quando si interviene su uno spazio pubblico?».

In realtà, il gruppetto di abitanti confidava maggiormente nella Commissione di quartiere, chiamata a fare da ponte fra cittadini e istituzioni locali. Da quanto abbiamo constatato, comunque, le richieste popolari saranno oggetto di attenzioni. Il Municipio, d’altra parte, ha, come detto dalla sua il parere dei Beni culturali. I quali, in una missiva, hanno dichiarato il rifacimento del muro non lesivo dei beni tutelati. Unica raccomandazione: utilizzare materiale rispettoso delle preesistenze e cura nell’intervento. Ma qui anche le norme di Piano regolatore parlano chiaro.

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