Mendrisiotto

Rapinò un'anziana a Chiasso, dovrà curarsi

Condannata a 22 mesi sospesi la 28enne svizzera che la domenica di Pasqua ha preso di mira due anziane

archivio Ti-Press
21 novembre 2018
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Era il tardo pomeriggio della domenica di Pasqua quando la 28enne cittadina svizzera comparsa stamane davanti alla Corte delle Assise correzionali di Mendrisio è entrata in azione. Nel suo mirino due anziane: alla prima, caduta per terra fortunatamente senza gravi conseguenze, è riuscita a sottrarre la borsetta. Esercizio che non le è riuscito un quarto d’ora più tardi con la seconda vittima, che le ha opposto resistenza grazie anche all’aiuto di un passante. La donna, che alle spalle ha diversi precedenti specifici, è stata riconosciuta colpevole di rapina ripetuta (consumata e tentata), furto (nel 2013 si è introdotta in un camper nel Bellinzonese, a suo dire «solo per dormire») e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti (per la quale dovrà pagare una multa di 200 franchi). Il giudice Amos Pagnamenta l’ha condanna a 22 mesi di detenzione. La pena è stata sospesa per permettere alla donna di seguire un trattamento stazionario presso una struttura idonea per la cura della tossicodipendenza. Alla 28enne, lo ha stabilito la perizia a cui è stata sottoposta, oltre a una scemata imputabilità di grado lieve sono state diagnosticate turbe psichiche e una sindrome da dipendenza dall’alcol e uso dannoso di stupefacenti.

Quella domenica, ha ricordato l’imputata in aula, «volevo consumare alcol e mi servivano soldi». Il presidente della Corte ha accolto l’atto d’accusa firmato dal Procuratore pubblico Zaccaria Akbas e quindi le dichiarazioni delle vittime perché «non c’è motivo di dubitare della loro parola». L’imputata ha colto di sorpresa la prima anziana raggiungendola da tergo, cingendole le braccia e facendola cadere a terra («non l’ho spinta, forse ha perso l’equilibrio»). Scena analoga qualche istante dopo quando la seconda vittima, afferrata per la gola – fatto che l’imputata ha negato – a seguito della sua resistenza. «Un comportamento particolarmente odioso e riprovevole perché le vittime avevano una certa età e quindi più vulnerabili – sono state le parole del pp Akbas che ha proposto una condanna a 23 mesi, rimettendosi alla corte per sospensione e trattamento da seguire –. Ha agito per lucro e contro donne anziane, incurante del fatto che il suo agire avrebbe potuto causare loro ferite di una certa gravità». Battendosi per una riduzione della pena proposta dall’accusa, da sospendere per permettere le cure, la dott iur Clarissa Prada ha evidenziato che la sua assistita «non ha scelto le vittime. Fosse stato un atto impulsivo, sarebbe stata più accorta nelle situazioni di tempo (non lo avrebbe fatto la domenica di Pasqua) e di luogo». La legale ha invitato la Corte ad «ascoltare il grido di aiuto di una ragazza che vuole cambiare registro». Dopo gli 8 mesi trascorsi in carcere, la 28enne ha affermato di volere «voltare pagina una volta per tutte».

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