Mendrisiotto

'Facciamo fronte comune per AlpTransit'

Per la Confederazione il prolungamento da Lugano a Chiasso non è all'ordine del giorno. L'appello di Marco Romano a unirsi per fare cambiare idea a Berna

Ti-Press
15 giugno 2018
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«Il prolungamento di AlpTransit da Lugano verso Chiasso è uno dei pochi temi che mette d’accordo il Ticino. Bisogna fare fronte comune e cercare di guadagnare consensi nei vari uffici federali». A esprimersi è il presidente della Deputazione ticinese alle Camere federali Marco Romano dopo l’incontro con la consigliera federale Doris Leuthard. Incontro durante il quale la ministra «in maniera molto schietta e trasparente» ha affermato che il prolungamento di AlpTransit non è un tema all’ordine del giorno per il Consiglio federale e che quindi non vi è opportunità né necessità di inserire quest’opera nella strategia di ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria 2030-2035. «Necessità e opportunità – continua Romano – che in questo momento sono concentrate in altre zone del paese, soprattutto Basilea e Lucerna, dopo che in Ticino in questo ventennio ci sono stati interventi ai trafori del Gottardo e del Ceneri e opere infrastrutturali». Marco Romano non intende arrendersi, anche in nome dei comitati formatisi in Ticino per il completamento dell’opera. Sul tavolo del Consiglio federale è del resto ancora pendente una sua mozione. «Quando un tema non è un tema per il Consiglio federale – analizza Romano – più che lamentarsi bisogna prenderne atto e prendere le misure affinché lo diventi. Il proclama politico molto diffuso in Ticino deve diventare un’azione di tutto il Cantone, a partire dal governo, verso la Confederazione per riportare la tematica sul tavolo del Consiglio federale nei prossimi anni». Allo stato attuale, continua Romano, «non basta dire che vogliamo quest’opera così come non basta convincere i ministri: ci vogliono rapporti e analisi che dimostrino che è una necessità». Altro fattore importante, a mente del presidente della Deputazione, «è che il Mendrisiotto deve uscire dalla dinamica del manchiamo solo noi. È importanze non parlare solo di Lugano-Chiasso, ma anche del nodo di Bellinzona e, in generale, della croce federale della mobilità – conclude Marco Romano –. Avere delle linee nord-sud e est-ovest complete da frontiera a frontiera è una dinamica che probabilmente permette di trovare più alleati perché si toccano più Cantoni e realtà».

Delusione e rammarico

Le dichiarazioni di Doris Leuthard hanno creato un sentimento di delusione al sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni. «Questa risposta è sicuramente deludente – conferma – perché ci abbiamo sempre creduto e sperato». Il mancato completamento verso sud «lascia una situazione monca dal punto di vista tecnico e comporta problemi strutturali considerati i lavori di ampliamento e miglioramento della linea ferroviaria attuale». A livello comunale «blocca il comparto della stazione Chiasso-Balerna-Novazzano dove ci sono una marea di binari e si aspettava il progetto AlpTransit per capire su quali terreni si potrà pianificare una città del futuro». Arrigoni resta comunque fiducioso. «Non penso sia l’ultima parola. Nei prossimi mesi se ne discuterà ancora e valuteremo come muoverci», conclude Arrigoni. «Anche se comprensibile per ragioni finanziarie, è un vero peccato, l’opera così com’è rimane ‘zoppa’ e AlpTransit non rispetta il dettato costituzionale né raggiunge gli obiettivi per cui è stata votata dal popolo svizzero». È con rammarico che il sindaco di Lugano Marco Borradori ha preso atto delle parole di Doris Leuthard. «Ma non ci scoraggiamo – prosegue Borradori –, continueremo a fare pressioni affinché si comprenda che il collegamento fino a Chiasso è nell’interesse di tutta la Confederazione».

Posta, ‘una manciata’ di conflitti

La Deputazione ticinese ha affrontato anche il tema della Posta e della sua strategia di soppressione di uffici postali. L’incontro con Leuthard ha messo in luce che le situazioni di conflitto a Sud delle Alpi si sono ridotte a una manciata. In ogni caso, si auspica che il Gigante giallo tenga conto del volere del parlamento, affinché le agenzie postali offrano gli stessi servizi degli uffici.

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