Mendrisiotto

Le stime su Valera non tornano. E l'Ustra fa ricorso

L'Ufficio federale delle strade si appella al Tribunale federale. Contestato l'indennizzo per esproprio su un terreno. 'È agricolo non edificabile'

Valera (foto Ti-Press)
12 aprile 2018
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Era nell’aria. E in effetti il ricorso, sin qui solo ipotizzato, contro quell’indennizzo di... peso per un fazzoletto della terra di Valera è diventato realtà. L’Ustra, l’Ufficio federale delle strade, non ha accettato, infatti, di digerire un rospo da 138mila franchi (per 400 metri quadri) e di passare oltre. Sui valori che circolano nel comparto ritagliato fra Rancate, Ligornetto e Genestrerio si dovrà pronunciare, quindi, anche il Tribunale federale. Un verdetto, il suo, che potrebbe lasciare il segno. Soprattutto in un’altra vertenza, questa volta davanti al Tribunale di espropriazione, che vede i due maggiori proprietari privati della zona rivendicare all’ente pubblico un risarcimento di oltre 40 milioni. A tanto ammonta, in effetti, la contropartita per garantire un futuro verde a un’area che, nel complesso, si estende per 190mila metri quadrati.

Sia chiaro, sul principio nessuno obietta: l’appezzamento (come altri) è stato espropriato, in via definitiva, a vantaggio della riorganizzazione dello svincolo autostradale di Mendrisio. Quindi una indennità è dovuta. Il punto è il ‘quantum’. Ed è qui che l’Ustra – rappresentato peraltro nella querelle giuridica dal Cantone, o meglio dal Dipartimento del territorio – contesta la stima avallata, il dicembre scorso, dal Tribunale amministrativo federale (Taf). Nella sentenza il collegio dei giudici aveva dato ragione al proprietario, l’immobiliare Tercon, titolare del terreno ‘sub judice’ e di altre quattro superfici a confine oltre che referente del Gruppo Baumgartner. In questo modo il Taf aveva, in altre parole, confermato la valutazione espressa, nel maggio del 2013, dalla Commissione federale di stima del tredicesimo Circondario (Ticino e Grigioni), presieduta dall’avvocato Filippo Gianoni. Apprezzamento che traduce 350 franchi al metro quadro (a fronte dei 600 chiesti dal privato nella procedura di conciliazione). Ebbene l’Ustra, chiamato a sovraintendere all’opera di sistemazione dello snodo viario, è disposto a pagarne solo 20 di franchi al metro quadro. Ovvero quanto previsto in genere per un terreno agricolo. Come dire che al momento dell’esame nel comparto non era possibile edificare.

Di parere opposto, come si è capito, il Tribunale amministrativo federale che, ai tempi della conciliazione, aveva ritenuto fosse corretto iscrivere l’area in zona industriale-artigianale. Un distinguo cruciale alla luce della vertenza che, da anni, vede al centro Valera. Insomma, la svolta ‘verde’ impressa dal Cantone è successiva – è giunta 3 anni dopo, nel febbraio 2016 – e dunque ininfluente ai fini del calcolo del rimborso per l’esproprio oppure i piani dicono altro? Detto altrimenti, prevarrà la tesi da sempre sostenuta dai proprietari, che fa leva sul passato da deposito da idrocarburi, o no? L’analisi dell’Alta Corte di Losanna dovrà essere quanto mai illuminante su questi aspetti.

Esiste, in ogni caso, un punto di non ritorno: lo stralcio del comparto di Valera dai Poli cantonali di sviluppo economico, già in vigore da due anni. Tant’è che anche i giudici del Taf nel loro dispositivo ribadiscono come oggi, quei 400 metri quadrati non possano essere più considerati come una superficie di carattere industriale, artigianale o edificabile. Una collocazione che per l’Ustra fa testo fin dalle origini del contendere. Ecco perché è ora assai importante colmare quel vuoto pianificatorio evocato pure dal Tribunale amministrativo federale. L’attesa per il Piano di utilizzazione cantonale, chiamato a sancire il destino di Valera, non a caso, è tanta.

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