Mendrisiotto

Affido da incubo: tutti colpevoli e condannati

La Corte delle Assise criminali di Mendrisio ha confermato l'atto d'accusa per i genitori affidatari, il tutore e l'assistente sociale

29 marzo 2018
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Tutti colpevoli. E tutti condannati. La Corte delle Assise criminali di Mendrisio, riunita a Lugano, ha confermato quasi integralmente l'ossatura dell'atto d'accusa che ha portato sul banco degli imputati i genitori affidatari, il tutore e l'assistente sociale chiamati a prendersi cura di una bambina piccola data in affidamento. Bimba vittima per circa 2 anni di maltrattamenti, umiliazioni e punizioni anche pesanti. Il giudice Mauro Ermani, in questa occasione, non ha voluto motivare a voce la sentenza. Un verdetto, quello comunicato questo pomeriggio, giovedì, per iscritto e in busta chiusa alle parti, che di fatto ha però detto molto. Le pene inflitte ai due operatori, quindi le due figure 'isitituzionali', sono state riviste verso l'alto rispetto alle richieste della procuratrice pubblica Valentina Tuoni. Per la Corte entrambi hanno in effetti violato il dovere d'assistenza o educazione in modo ripetuto e continuato. Di conseguenza il tutore è stato condannato a 16 mesi, l'assistente sociale a 13 mesi. Pene sospese per un periodo di 2 anni in ambedue i casi. Per loro le difese degli avvocati Andrea Ferrari e Yasar Ravi avevano chiesto il proscioglimento.

La madre affidataria, reo confessa, non andrà invece in carcere a fronte di una condanna a 22 mesi, al beneficio della condizionale. Riconosciuta responsabile di coazione, lesioni semplici ripetute e violazione del dovere d'assisenza e educazione, la Corte ha prosciolto la donna patrocinata dall'avvocato Pietro Croce dal reato di esposizione a pericolo della vita altrui. Nel suo caso hanno pesato le attenuanti, ovvero il sincero pentimento e la lieve scemata imputabilità. Diciotto mesi sospesi è infine la pena pronunciata per il padre affidatario, assistito dall'avvocato Felice Dafond. Anche l'uomo era chiamato a rispondere di coazione, lesioni semplici e violazione del dovere d'assistenza o educazione. Per tutti gli imputati è stato tenuto in considerazione il lungo tempo trascorso dai fatti. I maltrattamenti patiti dalla piccola vittima rimandano al periodo fra il 2010 e il 2013.

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