Mendrisiotto

Processioni di Mendrisio a un passo dal 'logo' Unesco

Il 30 marzo sarà consegnata la candidatura, che prenderà poi il volo per Parigi. L'ambizione? Entrare nei Patrimoni culturali immateriali

Julien Vuilleumier dell'Ufficio federale della cultura in visita Mendrisio accolto da Nadia Lupi
(Ti-Press)
14 marzo 2018
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Ormai è davvero solo questione di giorni. Il prossimo venerdì 30 marzo la candidatura delle Processioni della Settimana Santa di Mendrisio sarà consegnata nelle mani dei rappresentanti dell’Ufficio federale della cultura. Poi, il lunedì successivo, il dossier prenderà il volo per Parigi, destinazione il palazzo dell’Unesco. La Fondazione Processioni storiche e il Municipio della Città incrociano le dita, con l’incarto prendono la via della capitale francese anche oltre due anni di lavoro. Dopo l’iscrizione nell’elenco nazionale delle ‘Tradizioni viventi’, l’aspirazione di entrare a far parte dei Patrimoni culturali immateriali è palese. In effetti le possibilità sono concrete, certo prima di conoscere l’esito della candidatura bisognerà attendere un altro po’. Il responso sarà pronunciato entro la fine del 2019: «Con tutta probabilità non sarà prima di ottobre-novembre dell’anno prossimo», scandisce Giuseppe Poma, presidente della Fondazione. Adesso non resta che frenare l’impazienza. La consapevolezza del traguardo all’orizzonte, invece, quella c’è tutta. «In fondo si tratta dell’unico dossier ticinese, è giusto sentirsi un po’ tutti parte del progetto», invita Nadia Lupi, direttrice di MendrisiottoTurismo, ma in questo caso soprattutto coordinatrice del dossier di candidatura. «Che è praticamente pronto», annuncia. A corroborarlo un filmato di 10 minuti che sublima lo spirito che da sempre contraddistingue le tradizioni del Giovedì e Venerdì santi, rese uniche dalla presenza dei Trasparenti, i quadri e gli oggetti luminosi che fanno da cornice e accompagnano le sfilate nelle vie del Borgo. Un rito che si perpetuerà il 29 e 30 marzo. «Lavorando al plico della candidatura – ammette la coordinatrice – ci si è resi conto di quanto lavoro sussiste dietro le quinte per tenere vive le Processioni e quanto importante sia la collaborazione tra i vari enti coinvolti (a cominciare dall’intesa tra la Fondazione e il Comune) e la loro partecipazione attiva». Un impegno che vede in prima fila anche i tanti volontari – un centinaio circa – che anno dopo anno contribuiscono alla loro realizzazione e lo stuolo – quasi un migliaio – di persone di ogni età che rendono possibile metterle ‘in scena’. Un entusiasmo che si rinnova nel tempo e che con l’iscrizione – auspicata – nella Lista Unesco potrebbe attingere nuovo vigore, segnando una ripartenza. «Da quel momento – richiama Nadia Lupi – si apre un ulteriore capitolo che porta con sé la responsabilità di trasmettere questo patrimonio alle generazioni future».

‘Sarebbe un successo per tutti’

Le sensazioni sul risultato della candidatura mendrisiense sono buone. «Tutto ciò che si doveva fare è stato fatto – assicura la direttrice di MendrisiottoTurismo –. Del resto, il dossier è già stato valutato all’interno della Commissione svizzera e non sarebbe mai stato promosso se non fosse esaustivo e chiaro. Quindi ora sta a noi, ma soprattutto all’Unesco e a chi raccoglierà questa eredità portare avanti la tradizione». La Fondazione appare fiduciosa. «La nostra speranza – dice il presidente Poma – è che tutto questo lavoro abbia un esito positivo. Se sarà così, rappresenterà un grosso successo per tutti. Non dimentichiamo che Mendrisio e il Mendrisiotto si ritroveranno con due ‘beni’ Unesco sul loro territorio: il Monte San Giorgio, Patrimonio mondiale, e le Processioni, Patrimonio immateriale». E proprio il sigillo dell’Unesco, fa presente, Samuele Cavadini, capodicastero Museo e cultura della Città, «darà modo di valorizzare le Processioni a livello internazionale». Il Comune ne è conscio e garantisce un sostegno pratico oltre che finanziario. Ne è una testimonianza tangibile il nuovo Museo del trasparente ricavato all’interno di Casa Croci. «Un museo aperto tutto l’anno, gratuito, che presto avrà un logo e un manifesto e che aiuta a capire cosa sono i Trasparenti e a illustrare la tecnica realizzativa», ricorda Cavadini. Certo il lavoro, anche a livello di spazi espositivi, non è ultimato. Nel frattempo, ci si dà da fare per non spezzare quel filo invisibile ma ben saldo che lega passato, presente e futuro. Come? Innanzitutto, conservando le tele più antiche e preziose e allestendone di nuove: le ultime due saranno presentate il 27 marzo, a firmarle sono Simonetta Martini e Anna Bianchi.

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