Mendrisiotto

Infermiere Obv recidivo? E i conflitti d'interesse? 'Di solito non si chiedono le referenze'

(© Ti-Press / Benedetto Galli)
30 giugno 2017
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All’Obv di Mendrisio è stato, in pratica, colto sul fatto a rubare sedativi dalle scorte dell’ospedale. Una colpa che, oggi, gli viene contestata dalla Procura e che gli è costata le manette, un nutrito elenco di reati e il licenziamento (cfr. ‘laRegione’ del 24 giugno). Per l’infermiere 29enne del Mendrisiotto, però, a quanto pare non era la prima volta. Collaboratore del Servizio di assistenza e cure a domicilio del Mendrisiotto, a seguito di un suo comportamento scorretto era stato segnalato all’Ufficio del Medico cantonale. E qui si fa strada una domanda: al momento dell’assunzione al nosocomio regionale, nell’autunno del 2016, all’Ente ospedaliero cantonale non si era a conoscenza di quei precedenti? Tanto più che la relazione tra il giovane e il deputato Daniele Caverzasio, che siede nel Consiglio di amministrazione dell’Eoc, solleva la questione del conflitto di interesse. Fra enti pubblici non ci si parla? «In genere – ci risponde il direttore generale dell’Eoc Giorgio Pellanda –, quando è il collaboratore a cercare un nuovo impiego, ma è ancora sotto contratto con il vecchio datore di lavoro e non lo ha informato circa le sue intenzioni, non si vanno a chiedere a quel datore di lavoro le referenze della persona che si sta selezionando». Ma all’Obv sapevano? «Mi risulta che all’ospedale di Mendrisio non si era a conoscenza di fatti particolari riferiti a quella persona, proprio perché ancora sotto contratto con il precedente datore di lavoro. Sui fatti specifici, poi, l’inchiesta è ancora in corso». Trovandosi a operare in un settore sensibile, quale è quello sanitario, fra enti non dovrebbe esserci un maggiore scambio di informazioni? «L’ambito sanitario – ci fa presente Pellanda – è come qualsiasi altro. E anche nel sanitario è legittimo che un operatore voglia cambiare: capita spesso anche dentro l’Eoc. E d’altra parte, occorre pure instaurare un rapporto di fiducia fra azienda e personale, tanto più quando vengono affidati dei pazienti. E nel caso di questo infermiere vi erano informazioni che lo descrivevano come bravo dal profilo tecnico-operativo. Del resto, se non si lavora sulla fiducia, diventiamo tutti come dei poliziotti». Qui la fiducia è venuta meno ed è stato licenziato. «L’infermiere ha contravvenuto ai suoi doveri e ai suoi compiti, dunque la misura si giustifica. E la sanzione è stata drastica. Come da regolamento». Non si poteva ‘prevenire’? «Sulle referenze la procedura è restrittiva: è una questione di privacy – rende attenti Pellanda –. Se il candidato non dà l’autorizzazione, io non posso chiedere informazioni su di lui, pena la denuncia. Nei concorsi pubblici è buona regola, ormai giunti al colloquio finale, di avere la liberatoria per approfondire il profilo del potenziale collaboratore». Nel caso dell’Obv è stata chiesta? «Non lo so. Poi una volta assunto...».

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