Stabio

Ex monitore accusato di presunti abusi su minori: il Municipio di Stabio scrive alla cittadinanza

(©Ti-Press/Davide Agosta)
11 ottobre 2016
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La vicenda che ha coinvolto un Comune dell'Alto Mendrisiotto assume ora una valenza politica. Stiamo parlando dell'arresto del 39enne ex monitore attivo in una società sportiva, che dovrà difendersi dalle accuse di atti sessuali con fanciulli e violenza carnale. Una vicenda portata alla luce ad inizio settembre da 'laRegione' che ha allarmato una comunità intera. Tanto che nella seduta di Consiglio comunale di ieri sera a Stabio, due interpellanze hanno sollevato la questione. Questa mattina, il Comune ha deciso di prendere posizione inviando un comunicato ai media e alla cittadinanza. Documento che riportiamo integralmente:

“‘Per crescere un figlio ci vuole un villaggio. Anche per proteggerlo ci vuole l’impegno di tutti.’ 

È di queste settimane la notizia dell’arresto di un 39.enne impegnato in passato come monitore in una società di ginnastica del distretto e sospettato di aver commesso reati sessuali su minorenni. Una notizia che ci ha colpito, che ci procura smarrimento, difficoltà nel trovare risposte ai mille interrogativi, forse perché a volte queste non è possibile neppure trovarle. Come Municipio ci sentiamo vicini a tutte le vittime, alle loro famiglie e a tutte le associazioni, che svolgono un importante lavoro con i bambini ed i ragazzi. Ci sentiamo vicini a tutti i monitori, a tutti i responsabili delle società che quotidianamente impiegano il loro tempo libero a beneficio di tutta la collettività.

A loro va un ringraziamento profondo, sentito e sincero.

Il Municipio, appena è venuto a conoscenza di quanto accaduto, si è subito mosso e non è rimasto semplice spettatore. Infatti ha immediatamente posto l’attenzione alle associazioni presenti nel Comune che operano con bambini e ragazzi, organizzando un momento d’incontro e di confronto per affrontare questa difficile tematica. Lo stesso avrà luogo nel corso del mese di novembre.

La Dottoressa Caranzano, direttrice della fondazione ASPI, ha chiaramente affermato e scritto che ‘non esiste un identikit del pedofilo. Queste persone sono dei grandi manipolatori. Sanno ingannare adulti e bambini per poi passare all’atto, sfruttando la fiducia conquistata.  Gli abusi –oltre il 90%- vengono commessi da persone molto vicine a loro: genitori, parenti, amici di famiglia, allenatori, maestri’. Non è corretto quindi che i responsabili delle associazioni vengano accusati di non aver prestato la dovuta attenzione, di non aver ‘selezionato’ prontamente i monitori.

 Come specificato più volte non è possibile identificare un pedofilo. Compito delle autorità giudiziarie è tutelare le vittime, compito delle autorità è fare in modo che chi ha commesso simili atti venga arrestato e incriminato. Esiste il segreto istruttorio, esiste la tutela dei minori, esiste il rispetto verso le famiglie e le vittime.

 L’Esecutivo auspica che le attività con i bambini/ragazzi siano organizzate con la presenza di almeno due monitori debitamente formati e che nelle società vi sia un comitato operativo e tecnico che funga da controllore.

In questi momenti la comunità si deve stringere, deve mostrarsi solidale e non attaccare in modo gratuito e manifesto coloro che sono già stati colpiti direttamente o indirettamente da simili atrocità. In questo modo si evita di ferire nuovamente le vittime e provocare nelle famiglie coinvolte nuovi dolori.

 Ci siamo permessi di citare in ingresso un proverbio africano ripreso dalla Dottoressa Caranzano. Il desiderio del Municipio è che la comunità mostri solidarietà e vicinanza, e che vi sia l’impegno di tutti a non far diventare mostri quelle persone che in modo onesto e sincero continuano a lavorare con i nostri bambini e ragazzi.

 La comunità colpita da questi eventi è chiamata a superare un ostacolo molto difficile, solo insieme sarà possibile farlo.”

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