Mendrisiotto

Abusi sessuali in palestra

(©Ti-Press / Francesca Agosta)
9 settembre 2016
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Ripetuti atti sessuali con fanciulli. E poi ancora: violenza carnale e pornografia dura. Da queste accuse sarà chiamato a difendersi un 39enne residente nel Mendrisiotto. I dettagli della vicenda, al fine di tutelare le vittime e per permettere un corretto svolgimento dell’inchiesta, sono ovviamente coperti, al momento, dal segreto istruttorio. Di certo si sa che la vicenda è emersa lo scorso autunno, con l’intervento della polizia seguito poco dopo dall’arresto. Da quel momento, il lavoro degli uomini del Rip – la sezione che si occupa dei reati contro l’integrità delle persone – e del Ministero pubblico ha permesso di far emergere diversi casi di abusi su minori. Un numero non ancora definitivo – sicuramente si tratta di più di un caso – e che potrebbe aumentare una volta che la vicenda sarà portata alla luce. In tal senso, infatti, nuove vittime potrebbero denunciare eventuali abusi subiti da parte del monitore. Il contesto, stando a quanto si è potuto appurare, non riguarda l’ambito scolastico o quello familiare. Il tutto si sarebbe perpetrato al di fuori, nello specifico nel settore delle attività sportive. L’uomo, monitore impegnato in una società di ginnastica dell’Alto Mendrisiotto, pare che proprio in quel contesto adescasse le ‘prede’. Un ruolo, il suo, che gli permetteva di poter operare contando sulla fiducia che le vittime potevano riporre nei suoi confronti. Scenario che, purtroppo, non si presenta per la prima volta alle nostre latitudini. Dagli accertamenti che la Polizia ha potuto effettuare, vi sarebbe inoltre dell’altro. Le verifiche effettuate dalle autorità hanno infatti permesso di appurare che il 39enne avrebbe acquistato su internet alcuni filmati pedopornografici. Da qui, dunque, il reato di pornografia dura. L’uomo è in carcere dallo scorso novembre, in regime di espiazione anticipata della pena. Per quel che riguarda l’inchiesta del Ministero pubblico, invece, si è arrivati alle battute conclusive. Nelle prossime settimane, dunque, si attende che l’uomo venga rinviato a giudizio.

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