Novazzano

Ata e 'Cittadini per il territorio' si oppongono

(Francesca Agosta)
17 agosto 2016
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Non ci sono solo dei cittadini a vedere male che la ex Hanro, in zona Cügn,  a Novazzano, si trasformi in un call center da 150 dipendenti. Lanciata una petizione – a promuoverla il gruppo 'Per una Novazzano del vivere giusto' –, nei giorni scorsi è arrivata sul tavolo del Municipio locale anche l'opposizione formale di Ata e 'Cittadini per il Territorio'. Tanto l'Associazione traffico e ambiente che i 'Cittadini' chiedono in modo chiaro di bocciare la domanda di costruzione, in pubblicazione ancora per alcuni giorni.

A risultare indigesto è innanzitutto il cambiamento di destinazione d'uso che la creazione di una azienda di servizi comporta in questo caso. In passato, infatti, lo stabilimento, che si colloca in una zona residenziale estensiva, era una fabbrica. “La presente opposizione s’inserisce nel discorso più ampio relativo alla pianificazione del territorio, alla saturazione progressiva delle zone edificabili nel fondo valle del Canton Ticino e al conseguente collasso viario e ambientale, che oggi caratterizza tutto il Sottoceneri”, motivano le due Associazioni.

Non solo, si osserva, “gli appezzamenti di terreno edificabile sono diventati sempre più rari e sempre più cari”. E le richieste di insediamento, negli ultimi anni, sono giunte anche da ditte fornitrici di servizi, “a volte legate alla logistica, ma spesso avulse da ogni contesto economico locale come è il caso dei call center internazionali o di agenzie di viaggio virtuali”. Inoltre, rimarcano ancora Ata e 'Cittadini', ricadute fiscali a parte, qui resta poco “sia in termini di posti di lavoro, che in termini di ricaduta economica complessiva”. Mentre, si insiste, si sono generati  costi infrastrutturali non indifferenti.

Per concludere: “Troppo poco si è guardato al tipo di attività che si è insediata sul territorio. Nessuna riflessione sulla collocazione è stata fatta per le ditte fornitrici di servizi (terziario)”. Ata e 'Cittadini per il territorio' chiosano la loro opposizione formale con un interrogativo: “Perché nel caso di questo tipo di aziende non si è spinto maggiormente per una loro collocazione all’interno di centri urbani dove i trasporti pubblici sono presenti con un servizio più adatto ai flussi di persone generato dai lavoratori”? 

Il dibattito sul tema rimane quanto mai aperto.

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