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Truffa Covid, dirigente d'azienda condannato

Inflitti 16 mesi di prigione sospesi con la condizionale per due anni a un 57enne presidente del Cda di una ditta attiva nel settore informatico

Il titolare dell’azienda ha già risarcito il maltolto, legato alle informazioni false sull’effettivo lavoro (da casa) dei dipendenti
(Ti-Press/Archivio)
16 dicembre 2024
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«Ho sbagliato, sono dispiaciuto»: sono le parole pronunciate da un 57enne, presidente del Consiglio di amministrazione (Cda) di un’azienda attiva nel Luganese, comparso in aula penale oggi per rispondere dei reati di truffa aggravata, frode fiscale, falsità in documenti e contravvenzione alla Legge federale sulle fideiussioni solidali legate al Covid-19. L’imputato, di fronte al giudice Mauro Ermani, ha ammesso le accuse per l’inganno perpetrato tra il marzo e la fine di ottobre del 2000. Nel frattempo l’uomo ha internamente rimborsato la Cassa cantonale d’assicurazione contro la disoccupazione, danno economico calcolato in poco più di 308mila franchi.

Nel processo celebratosi oggi in mattinata con il rito abbreviato, il presidente della Corte delle Assise criminali di Lugano ha sottolineato il fatto che questo caso è particolarmente spiacevole perché il raggiro è stato messo in atto da una società che «non aveva l’acqua alla gola. L’aiuto pubblico era stato deciso nel periodo pandemico, per aiutare le aziende in difficoltà economiche». Solitamente, gli abusi registrati sono avvenuti da parte di privati o società che avevano bisogno di sostegno. La pena di sedici mesi di reclusione sospesi con la condizionale per due anni è stata concordata dalle parti: il procuratore pubblico Daniele Galliano e l'avvocato Marco Armati.