Luganese

Società bucalettere: più che 'sotto' sono 'fuori' controllo

Botta e risposta con l'avvocato ed ex magistrato Paolo Bernasconi su un fenomeno che pare avere troppe... via di fuga.

Fra società e fantasmi Ti-Press
3 agosto 2020
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Tutto sotto controllo? A chiederlo al Municipio di Lugano è in questi giorni un'interrogazione del Gruppo Ps-Pc-Verdi e indipendenti. Il primo firmatario, Edoardo Cappelletti, riporta i recenti fatti legati alla criminalità organizzata in Ticino le cui cellule attive nella Confederazione sarebbero almeno una ventina per un totale di circa 400 affiliati. Un fenomeno per certi versi intimamente collegato alle cosiddette società bucalettere che parrebbero trovare sempre più... targhette compiacenti. «È abbastanza difficile sapere se questo tipo di società sono in aumento o diversamente in diminuzione, anche perché nessuno lo scrive sulla cassetta della posta...». È diretto l'avvocato Paolo Bernasconi, che dagli anni di procuratore pubblico analizza e segue con attenzione questo tipo di attività illecite.

Dal suo 'osservatorio' ci può dire se le società bucalettere sono un fenomeno sotto controllo?

È una domanda un po' ingenua quella rivolta al Municipio di Lugano perché non è un esecutivo comunale che ha questo tipo di competenze. L'autorità comunale in questo non ha poteri. Sotto controllo significa conoscere e seguire il tipo di attività di queste società. Ma proprio qui sta la difficoltà. Ossia... non esiste alcun controllo! Ci si accorge di una situazione anomala o irregolare quando? Se la società fallisce, quindi a livello di Ufficio fallimenti, oppure se uno degli amministratori viene denunciato penalmente. In pratica è solo l'autorità penale ad averne conferma. Il problema è che però interviene solo quando il 'disastro' è già fatto. Il governo ticinese ha giubilato perché il lockdown avrebbe ridotto il numero dei furti con scasso. Si tratta di una visione agro-pastorale della criminalità: infatti, nemmeno con la pandemia ha ridotto il numero dei reati finanziari, informatici e quelli appunto legati alla criminalità organizzata.

Nessuna possibilità dunque di intervenire alla fonte?

Una società deve essere iscritta al Registro di commercio ma l'ufficiale non ha nessun obbligo legale di intervenire al momento dell'iscrizione riguardo all'attività. Questo primo e unico filtro dovrebbe avere maggiori poteri. Quando, cioè, si notano società che hanno uno scopo sociale assolutamente generico l'ufficio dovrebbe esercitare un controllo. Per far questo però, dipendendo dalla Confederazione, bisognerebbe cambiare la relativa ordinanza federale.

Ha parlato di un controllo pubblico, ma il privato che competenze ha?

Non vi è alcun controllo neppure privato. Mi faccia fare l'esempio della Valle Moesa, dove vi sono migliaia di società. Ma il notaio che prepara l'atto di costituzione e mai possibile che non si ponga qualche domanda? Forse forse l'autorità penale dovrebbe cominciare a occuparsi anche di questa figura professionale. L'autorità preposta, quando apre un procedimento penale contro gli amministratori di una società per il reato di riciclaggio, dovrebbe domandarsi 'vediamo se anche il notaio sapeva o doveva sapere qualcosa'. Però anche qui siamo al capolinea, e quindi è sempre tutto troppo tardi.

In soprattutto quali ambiti si celano queste società? 

Sono attive essenzialmente nel finanziario, utilizzato spesso e volentieri per nascondere le loro pratiche illegale, ma anche nell'edilizia, nel settore immobiliare, nella ristorazione. Quindi come può vedere i settori sono parecchi. Alcuni, più sensibili, sono tenuti sotto osservazione, ma nessuna autorità si occupa delle altre migliaia di società... neanche quella fiscale. Succede qualcosa quando le cose vanno male. Il controllo dei revisori? Il parlamento svizzero anni fa ha cambiato la legge obbligando alla revisione solo le grosse società, le medio-piccole possono rinunciarvi. Quindi abbiamo una marea di società anonime che non hanno un revisore. Possiamo sicuramente dire che con questo vi è stato un vero e proprio smantellamento nel controllo.

Recentemente l'enclave di Campione d'Italia ha beneficiato di agevolazioni fiscali votate dal parlamento italiano. E qualche targhetta è già spuntata... Vede un nuovo pericolo?

In teoria, non parliamo infatti di grandi numeri. A Campione in passato trovavano residenza, quale luogo rifugio, molti germanici ma oggi in Italia i controlli sono stringenti e severi. C'è insomma un controllo maggiore, sui movimenti bancari per esempio.

In Ticino invece?

Le banche esercitano un controllo indiretto perché se hanno un sospetto di origine criminosa dei fondi depositati devono segnalarlo all'Ufficio federale antiriciclaggio. Ma anche qui resta il più delle volte una verifica difficile.

 

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