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Il tram-treno dei desideri, all'incontrario va

Le tre associazioni ambientaliste replicano all'intervista rilasciata da Zali: 'sempre state favorevoli al potenziamento del servizio ferrotranviario'

Per l'ambiente e per il dialogo
(TI-PRESS)
30 luglio 2020
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Il braccio di ferro continua, ma non mancano propositi di dialogo. Il direttore del Dipartimento del territorio, Claudio Zali, aveva dato loro dei «neinsager» e «besserwisser» (bastian contrari e sapientoni, ndr.) dopo che hanno "osato" presentare una opposizione contro il progetto definitivo di tram-treno nel Luganese pubblicata dal Cantone e inviare a Berna una petizione di duemila firme di privati cittadini per contestare, in particolare, l'eliminazione dell'attuale tratto ferroviario in collina della linea Flp, che serve la zona tra Muzzano, Sorengo e Collina d'Oro. E ora loro - le associazioni in difesa del territorio Ata-Si (Associazione Traffico e Ambiente della Svizzera italiana), Stan (Società per l'arte e la natura) e CT-L (Cittadini per il territorio del Luganese) - replicano puntualmente con un comunicato all'intervista rilasciata martedì dal Consigliere di Stato a laRegione.

Dapprima i tre sodalizi, che il ministro ha definito «autoreferenziali», rivendicano la loro legittimità territoriale: «Prima di iniziare è doveroso precisare che i Cittadini per il territorio del Luganese, come dice il loro nome, si occupano del Luganese e non di Mendrisiotto (un direttore del Dipartimento del territorio dovrebbe saperlo!) e allegano al comunicato lo statuto che, all'articolo 1, punto 4., precisa: "Con «Luganese» si intende il territorio come definito nei Programmi di agglomerato del Luganese (Pal)». Poi entrano nel merito della disputa e scrivono: «Ma, entrando ora nel merito, nella sua presa di posizione il ministro arriva a distorcere la realtà attribuendo addirittura alle Associazioni la selvaggia cementificazione (ed altri macroscopici errori pianificatori) di cui è stato oggetto il Ticino negli ultimi 40 anni. Ora, anche se avessero voluto agire contro i loro statuti, le Associazioni non avrebbero avuto questa capacità, dato che operano perlopiù a titolo di volontariato a fronte di un'amministrazione cantonale che ha mezzi economici e di personale di taglia assolutamente non comparabile. Piuttosto è utile sottolineare come la partecipazione dei cittadini e delle loro associazioni - autentiche rappresentanti di quella "società civile" così attiva nella Confederazione - rappresenta una peculiarità, un modo di raggiungere il consenso tipicamente svizzero e deve (proprio per legge!) essere promossa con onestà intellettuale dalle autorità preposte alla pianificazione territoriale. L'Ata - si evidenzia nel comunicato - è stata negli ultimi 40 anni fautrice di molte proposte concrete a favore del territorio, alcune delle quali realizzate o in fase di realizzazione (ferrovia Mendrisio-Arcisate, fermata Piazza indipendenza a Bellinzona, ciclopiste varie,...); a volte fa opposizione, ma di regola trova poi una soluzione in fase conciliatoria e rarametne passa a interporre ricorsi, che comunque vince quasi sempre. Anche il Fondo per l'Infrastruttura Ferroviaria che ha finalmente permesso il finanziamento del Tram Treno è stato istituito a seguito di un'iniziativa dell'Ata».

"Associazioni sempre state favorevoli al potenziamento del servizio ferrotranviario del Vedeggio"

Aggiungono le tre associazioni nel loro comunicato congiunto: «Per arrivare ora più concretamente all'oggetto della discussione, giova sottolineare come le tre Associazioni siano sempre state, sin dall'inizio, favorevoli al potenziamento del servizio ferrotranviario del Vedeggio, e abbiano appoggiato la proposta di portare la Flp in città già quando il trenino era criticato e attaccato ogni domenica». Osservano i tre sodalizi: «Il Gran Consiglio (che è eletto dal popolo e lo rappresenta) ha chiesto al Dipartimento del Territorio (Dt) di presentare uno studio "che valuti l'opportunità, la fattibilità e i costi per l'eventuale mantenimento del tracciato di collina, con il suo inserimento a Bioggio nella nuova linea e con un modello d'esercizio adeguato all'utenza, che possa migliorare l'efficienza e la stabilità del sistema". Questo studio non è ancora stato presentato, ma prima ancora di completarlo il Dt ha ripubblicato un progetto definitivo che non mantiene in esercizio la linea e che rende difficile, se non impossibile, integrarla nel modello d'esercizio proposto. La difficoltà di integrare la linea di collina nell'esercizio del Tram Treno deriva dall'assetto che si è scelto per il nodo di Cavezzolo, un assetto insoddisfacente non solo per l'esercizio ferroviario ma anche per lo sviluppo degli insediamenti e per la tutela del paesaggio».

Tema ritardi. «I ritardi fin qui accumulati - si legge nel comunicato - non sono certo imputabili alle Associazioni: i progetti sono iniziati dieci anni anni fa e le Associazioni, che pure avevano avanzato proposte, non sono mai state ascoltate. Se il Dt avesse collaborato con loro, come ha fatto con gli industriali, si sarebbe trovata una soluzione adeguata e confacente. Il Dt ha però volutamente ignorato i contributi avanzati, ha rifiutato il dialogo e ha scelto la via del tirar diritto. Aspettiamo dunque lo studio promesso, e fino ad allora manteniamo le nostre posizioni». 
Le Associazioni invitano inoltre a non minimizzare le duemila firme raccolte. I tre sodalizi concludono: «Come Associazioni ci dichiariamo sempre disponibili al dialogo e auspichiamo che la realizzazione del Tram Treno possa avvenire senza commettere madornali errori». Intanto il Comitato della Conferenza dei sindaci del Malcantone stigmatizza l’intervento degli oppositori e sostiene l’operato del Dt.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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