Luganese

Sonvico, la filarmonica contro il Municipio: 'C'è disparità'

Pomo della discordia, il contributo di 30'000 franchi chiesto per il 2020. La Città ne concede 6'000: a rischio la scuola allievi della banda

La Filarmonica Unione di Sonvico (Fus) durante un concerto in paese
20 giugno 2020
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Garantire la sopravvivenza. La posta in gioco per la Filarmonica Unione Sonvico (Fus) è, a lungo termine, seria. In ristrettezze economiche, la Fus si è rivolta al Municipio chiedendo un contributo straordinario di 30'000 franchi, ricevendone però uno di 6'000. Troppo poco per far fronte alle difficoltà e alle maggiori spese dovute alla scuola per allievi: un servizio nato recentemente e vitale per il futuro della banda. Inoltre, per la Fus ci sarebbe disparità di trattamento nei propri riguardi da parte di Palazzo Civico, che elargirebbe ad altre società finanziamenti maggiori.

I corsi? Un investimento per il futuro

Partiamo dal principio: i corsi per allievi. «Negli ultimi tre anni abbiamo investito in questo nuovo progetto – ci spiega il maestro Filippo Bassi –. Precedentemente la filarmonica di fatto non aveva una scuola. E non averla vuol dire vivere coi suonatori attuali e, su chiamata, con quelli aggiunti. Nel giro di qualche decennio la banda sarebbe stata destinata a scomparire». La Fus ha quindi voluto investire nel proprio futuro, nel ricambio generazionale. «Abbiamo organizzato dei laboratori che hanno avuto un grande successo». Durante il primo anno di corsi (2017-18) i partecipanti sono stati 37/38: «È un ottimo numero considerate le dimensioni ridotte della banda (37 i soci attivi, ndr) e il trend generale svizzero che vede gli allievi diminuire».

Successo dei corsi alla base del problema

Questo riscontro maggiore alle aspettative è in parte alla base stessa del problema. «I corsi sono organizzati in pacchetti da sette settimane – chiarisce il maestro –. Abbiamo chiesto inizialmente un contributo alle famiglie di 35 franchi per pacchetto, che comprendono una lezione collettiva di teoria musicale e una in gruppi ridotti a seconda dello strumento musicale suonato. I maestri vengono pagati adeguatamente, secondo le tariffe concordate con il Cantone. Quindi la filarmonica ha dovuto far fronte a spese davvero importanti». Inizialmente la Fus se l'è cavata autonomamente, facendo affidamento sul capitale sociale, su prestiti di membri del comitato, su donazioni di privati e sul contributo straordinario concesso dalla Città l'anno scorso. Ma le spese si sono comunque fatte sentire.

'Le bando danno un'opportunità concreta di far musica'

«Abbiamo poi deciso inevitabilmente di raddoppiare la tariffa (ora a 70 franchi, ndr). Il numero di allievi è sceso a 20/22, che è comunque un ottimo numero: le famiglie di Sonvico sono contente, conoscono i prezzi di mercato dei corsi». La Fus sottolinea che nel preventivo allegato alla richiesta straordinaria di 30'000 franchi sono stati presentati tutti i conti e che le spese sono state contenute al minimo. La voce più grande è relativa ai costi della scuola allievi. «Costerebbe meno pagare i professionisti su chiamata – valuta Bassi –. Così facendo però non si dà un futuro alla società. Le bande danno l'opportunità di fare attività musicale concreta per tutta la vita».

'Abbiamo uno spiccato ruolo sociale'

La mancata sponda del Municipio non è piaciuta neanche a Sara Beretta Piccoli, presidente della Fus. «La nostra filarmonica ha anche uno spiccato ruolo sociale, aggregativo – sostiene –. Vogliamo portare avanti un'attività ultracentenaria (la Fus è stata fondata nel 1886, ndr) e tenero vivo il quartiere, partecipiamo regolarmente a ricorrenze civili e religiose. È vero che abbiamo chiesto un contributo maggiore, ma è un po' una compensazione degli anni (2016-19) nei quali non abbiamo chiesto nulla».

I corsi sono a rischio da settembre

E come sottolineato anche da una recente interpellanza sul tema, vi sarebbe da parte del Municipio una disparità di trattamento. «Ci sono delle filarmoniche, come Castagnola, che non hanno delle convenzioni ma ricevono finanziamenti più importanti – lamenta la consigliera comunale –. Eppure le dimensioni sono simili alle nostre. Vorremmo più chiarezza, perché si creano malumori che è peccato ci siano». E i 6'000 franchi ricevuti? «Se non riceviamo un contributo più cospicuo, dovremo rinunciare ai corsi da settembre. Sarebbe un grosso peccato, soprattutto perché non avremmo modo di formare nuove leve. È in gioco quindi il futuro stesso della società».

Badaracco: 'Nessuna disparità di trattamento'

Argomentazioni che abbiamo girato al capodicastero Cultura Roberto Badaracco. «Intanto vorrei precisare che non c'è alcuna disparità di trattamento, ci mancherebbe. La Città ha valutato il contributo per ognuno secondo vari aspetti, le disponibilità finanziare, le iniziative. Con Castagnola c'è un pregresso, un discorso che dura da 30-40 anni e i contributi ricevuti sono proporzionati ai loro conti. Sonvico parte da una situazione diversa: è la prima volta che ci viene fatta questa richiesta dalla Fus, secondo noi 6'000 franchi non sono pochi rispetto ai conti che ci sono stati mostrati». Però c'è il rischio che una ventina di ragazzi a settembre restino senza i corsi bandistici. «Su quest'aspetto ritengo sia necessario trovare una soluzione con la scuola allievi della Civica Filarmonica di Lugano».

Dal 2019 una piattaforma comune fra filarmoniche

Il municipale aggiunge di essere rimasto «un po' male per quest'interpellanza. A fine 2019 come Divisione cultura abbiamo chiamato al tavolo le filarmoniche della Città, per conoscersi e per capire le loro necessità». Una piattaforma comune, nella quale la Città dovrebbe avere il ruolo di consulente mediatore, «per trovare soluzioni comuni che vadano per tutta la cittadinanza». E che permettano di ottimizzare le spese. «La Civica Filarmonica di Lugano ha già una scuola allievi. Ricevono un contributo importante (mezzo milione quasi, ndr) e nella nostra visione dovrebbe diventare un punto di riferimento per la formazione bandistica di Lugano. Abbiamo consigliato sia a Sonvico, che a Castagnola di fare un accordo con la Civica per la formazione degli allievi. Bisognerebbe evitare dei doppioni, mettendosi in rete e in sinergia, affinché anche le risorse vengano spese in maniera più virtuosa.

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