Luganese

Bissone, resta in carcere la commercialista

La donna era stata arrestata nell'ambito della tangentopoli lariana che ruota attorno agli accertamenti fiscali dell'Agenzia delle entrate

Una veduta di una parte della città di Como (Ti-Press)
28 maggio 2020
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Resta in carcere la cinquantenne commercialista comasca, residente a Bissone, domiciliata a Como, arrestata lo scorso 19 maggio, nell'ambito della tangentopoli lariana che ruota attorno agli accertamenti fiscali dell'Agenzia delle entrate. Il giudice delle indagini preliminari Maria Luisa Lo Gatto che nel firmare i provvedimenti restrittivi  (quattordici arresti di cui due in carcere e dodici ai domiciliari) aveva scritto di un vero e proprio ''sistema corrotto'', molto diffuso, in grado di minare la fiducia delle persone, ha respinto l'istanza di scarcerazione della cinquantenne commercialista, accusata di corruzione e frode fiscale, che era stata presentata dai difensori della donna, al termine dell'interrogatorio di garanzia.

Salgono a 43 le persone coinvolte

Per la cinquantenne commercialista di Bissone era stata chiesta l'attenuazione del provvedimento cautelare, con la concessione degli arresti domiciliari. Per la gip Maria Luisa Lo Gatto non sono venute meno l'esigenza cautelare in carcere in quanto la donna potrebbe inquinare le prove (nel corso dell'interrogatorio avrebbe fatto solo parziali ammissioni) e scappare all'estero, sottraendosi in questo modo al corso della giustizia. Un rischio, quest'ultimo, dovuto al fatto che la donna risiede in Ticino. Niente scarcerazione anche per la seconda persona arrestata nell'ultimo blitz del nucleo di polizia economica della Guardia di finanza di Como. Un sessantunenne ex funzionario dell'Agenzia delle entrate di Como che, interrogata, aveva dimostrato un ampio spirito di collaborazione. Nel frattempo sono salite a 43 persone coinvolte nella tangentopoli comasca, trenta di loro sono accusate di corruzione per aver pagato o accettato mazzette per aggirare le richieste dell'erario.

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