Luganese

Campione, Tumbiolo accusato di corruzione

Dalla chiusura delle indagini sul casinò emergerebbe la residenza fittizia di proprietà dell'ex capo della polizia che avrebbe favorito una dirigente comunale

27 maggio 2020
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Le indagini sui conti di Comune di Campione d’Italia e del Casinò, su presunti abusi d’ufficio e falsi in atti pubblici, la Procura di Como e gli uomini della Guardia di finanza sono incappati in uno scambio di favori che avrebbe avuto per protagonisti il capo della polizia locale, Maurizio Tumbiolo, e l’ex dirigente  comunale Emanuela Radice. Secondo l’accusa - che ipotizza a carico dei due il reato di corruzione - Radice avrebbe attestato (falsamente, sostengono gli inquirenti) di risiedere a Campione d’Italia, così da ottenere tutti i vantaggi economici previsti per i residenti dell’enclave, in una casa di proprietà di Tumbiolo quando, in realtà, abitava a Cornaredo e quella campionese sarebbe stata una residenza fittizia.

'La Provincia' che riporta la notizia, scrive che Finanza e Procura sostengono che Tumbiolo, nel 2018, avrebbe omesso - in qualità di capo della polizia locale - di controllare l’effettiva residenza della dirigente comunale e che, in cambio, Emanuela Radice avrebbe archiviato un procedimento disciplinare aperto nei suoi confronti sul doppio incarico ricoperto sia a capo dei vigili che come direttore dell’Autorità di bacino del Ceresio. Per questa vicenda i due sono indagati anche per falso. A loro carico, oltre che all’ex sindaco Marita Piccaluga, vi è però anche l’accusa di abuso d’ufficio riferita ai ristorni dei canoni di concessione demaniali riscossi dal Comune.

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