Luganese

Cormorani sul Ceresio, i sindaci italiani vogliono più misure

Contro il vorace pennuto chiesta alla Regione Lombardia una serie immediata di misure di contrasto. Oltre alla già nota possibilità di abbatterne 993

Voracissimi (Ti-Press)
16 febbraio 2020
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Partono le 'fucilate' politiche sul Ceresio per contenere l'avanzata del cormorano, il vorace pennuto che da anni ormai sta mettendo a rischio la fauna ittica di molti specchi d'acqua europei. Alle nostre latitudini le specie più colpite sono le alborelle – ricomparse da poco e destinate, avanti di questo passo, a un nuovo e prematuro addio – ma anche persici e cavedani. Come ben sanno i pescatori, soprattutto quelli professionisti. A raccogliere gli allarmi su sponda italiana sono stati i sindaci dei tre Comuni del Varesotto bagnati dalle acque del Lago di Lugano. Sono scesi in campo per chiedere a Regione Lombardia (Assessorato dell'ambiente) misure immediate di contrasto ai cormorani. A chiederlo sono stati Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa, nonché presidente dell'Autorità di bacino dei laghi di Lugano, Piano e Ghirla, unitamente a  Jenni Santi e Fabio Zucconelli, rispettivamente sindaci di Porto Ceresio e Brusimpiano.

È già possibile abbatterli, 'ma non basta'

La richiesta prende spunto anche dalla recente firma di un protocollo d’intesa con cui i tre Comuni, assieme all’Autorità di bacino e alla Comunità montana del Piambello, finanzieranno con 27'000 euro complessivi per tre anni il ripopolamento ittico portato avanti in questi anni dall’Unione pescatori del Ceresio. Visto l’investimento non si vuole dunque pagare il banchetto dei cormorani. Infatti soltanto il 10% dei piccoli pesci immessi (avannotti) diventa attualmente adulto. Questo perché sul Ceresio svariate decine di cormorani stanziali mangerebbero il doppio rispetto a quanto pescano i pescatori. Peraltro, a seguito di una delibera della giunta regionale lombarda, sino al prossimo 15 marzo è possibile abbattere 993 cormorani, un decimo di quelli censiti fra Lario, Ceresio, Maggiore e Benaco. Ma amministratori locali e pescatori ritengono che non sia sufficiente a risolvere i problemi, anche perché il cormorano veicola ai pesci anche parassiti pericolosi per l’uomo, come l’Eustrongylides. Nello scorso ottobre in alcuni esemplari di persico pescati sulla sponda comasca del Ceresio, ricordiamo, era stato rinvenuto questo temuto parassita. In dote, l’Eustrongylides può portare gastriti, mal di stomaco, fino all’ipotetica perforazione intestinale, ma solo se il pesce – è bene precisarlo – viene consumato crudo o non adeguatamente cotto.

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