Luganese

Campione, tre giorni per l'atto anti spazio doganale

Entro sabato prossimo dovrà essere presentato un emendamento al Decreto Legge che preveda la proroga, per almeno due anni, all'inclusione dell'enclave.

(Ti-Press)
13 novembre 2019
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Anche sull'asse Lugano e Berna c'è chi si sta muovendo per rendere meno drammatiche le conseguenze, se non si riuscirà ad evitare, dell'inclusione di Campione d'Italia nello spazio doganale europeo, prevista per il prossimo 1° gennaio. A Roma, nonostante l'impegno dell'attuale governo, dopo che quello precedente non ha mosso una foglia per evitare la pietra tombale che calerebbe sull'enclave con il nuovo sistema doganale, cresce il pessimismo, anche perché come più volte sottolineano il tempo si restringe. C'è infatti una scadenza ravvicinatissima. Entro sabato prossimo, cioè fra tre giorni, deve essere presentato un emendamento al Decreto Legge che preveda la proroga, per almeno due anni, in modo di avere il tempo necessario per confrontarsi con la Svizzera sui vari aspetti legati alla Direttiva europea dello scorso marzo.

A ''La Regione'' risulta che Lugano e Berna, per la parte di loro competenza, starebbero studiando, sui singoli aspetti in discussione, se esiste la possibilità di prevedere un periodo di transizione. Incominciando da quello delle targhe svizzere. Senza la proroga, inseguita ma ancora lontana dall'essere stata raggiunta, i campionesi entro fine anno dovranno consegnare la targa dei loro automezzi che dovranno poi essere sdoganati, pagare le tasse automobilistiche e nuovamente immatricolati in Italia. Stesso discorso per quanto concerne l'assicurazione degli automezzi. La richiesta al governo di Berna per ottenere un periodo di transizione di non meno sei mesi deve essere fatta dalle autorità italiane.

Margini maggiori, anche perché la competenza è cantonale, per risolvere la questione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti urbani. Raccolta e smaltimento che anche da parte ticinese si vorrebbe che continuasse ad essere svolto da aziende del Canton Ticino e questo per una questione di impatto ambientale che si creerebbe se il servizio fosse svolto da una azienda di Como. Ciò significherebbe avere camion con l'immondizia sulle strade cantonali. Non sembrano esserci spazi per un periodo di transizione per altri importanti aspetto con il servizio telefonico e internet, la sanità e la protezione civile. Insomma, servizi essenziali che con l'inclusione dell'enclave nello spazio doganale europeo, non potranno più essere garantita dalla Svizzera. Arriverà anche la dogana, che ha già messo un piede in riva al Ceresio.

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