Luganese

'Puzza' di canapa a Magliaso, pubblicata zona di pianificazione

Mentre le lamentele sono riprese, la decisione dovrebbe bloccare per un massimo di cinque anni la coltivazione della pianta. In attesa della modifica del PR

L'obiettivo del Municipio è estirparla (Ti-Press)
19 ottobre 2019
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«Sì, l’odore si sente ancora e i cittadini hanno ripreso a reclamare». È Moreno Rezzadore, il segretario comunale, a confermarcelo: a Magliaso la polemica relativa a quelle che una parte della comunità percepisce come puzze – dovute alle coltivazioni di canapa di una società locale – non si è spenta. Anzi: col ritorno dell’autunno si è riaccesa. È proprio in questo periodo infatti, e ancor più nella prima metà di novembre, che gli odori si fanno più intensi, in concomitanza con la maturazione, l’essicatura e la raccolta della pianta.

La questione era emersa l’anno scorso in questo stesso periodo. Nelle serre, posate in zona agricola – al confine con quella residenziale – la fioritura della canapa aveva provocato l’emanazione di odori ritenuti fastidiosi da diversi abitanti. Gli animi si scaldarono al punto che fu creato un gruppo apartitico che consegnò al direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali un centinaio di firme per esprimere il proprio malcontento. Nella vicenda fu naturalmente coinvolto anche l’ente pubblico di prossimità. I promotori delle coltivazioni s’incontrarono infatti con le autorità municipali, assicurando la sistemazione delle serre in vista della stagione seguente, ossia quella attuale iniziata a primavera e in dirittura d’arrivo. Allora si era parlato di sigillature delle serre, di introduzione di impianti di aerazione con filtri a carbone attivo e di coltivazione e raccolta dilazionata su un periodo di tempo maggiore. «Per quanto di nostra conoscenza, non è stato fatto nulla – lamenta però il segretario comunale –, se non verosimilmente la riparazione di qualche vetro».

E così, un anno dopo la situazione è diventata, se possibile, ancor più tesa. Non solo la popolazione ha ripreso a lamentarsi, ma è anche in atto una faida giudiziaria tra le parti. In primo luogo infatti il Comune, l’8 aprile scorso, ha intimato alla società coltivatrice di effettuare una domanda di costruzione a posteriori per il cambiamento di destinazione, decretando anche il divieto d’uso delle serre.

Vertenza a suon di ricorsi

Decisioni che sono state impugnate, ma per ora senza successo. In prima battuta è stato il Consiglio di Stato (Cds) – il 9 ottobre scorso – a respingere il ricorso sulla questione della domanda di costruzione. Il termine per presentarne uno al Tram (Tribunale amministrativo cantonale) non è ancora passato, ed è altamente probabile che si vada al secondo grado. Contemporaneamente, un secondo filone è già giunto al Tribunale federale: la società in questione ha infatti fatto richiesta (negata sia dal Cds che dal Tram) dell’effetto sospensivo del divieto d’uso delle serre in attesa della licenza edilizia.

Intanto, mentre i tempi giuridici allungano i tempi della vertenza, sul ‘Foglio Ufficiale’ di ieri è stata pubblicata l’istituzione di una zona di pianificazione comunale per limitare la propagazione degli odori derivanti dalla coltivazione della canapa. Una volta entrata in vigore – ma ricorsi non sono esclusi neanche per questa – di fatto bloccherebbe eventuali domande di costruzione per un massimo di cinque anni. «Un periodo di tempo sufficiente per modificare il Piano regolatore» chiarisce il sindaco Roberto Citterio. L’intenzione dell’esecutivo infatti è quella di introdurre una sostanziale modifica nello strumento pianificatorio: il divieto di coltivazione della canapa nelle zone agricole comunali. Un espediente quindi per tagliare – letteralmente – alla radice il problema delle ‘puzze’.

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